L’intervento del Capo dello Stato del Paese delle Aquile al convegno svolto a Tirana e dedicato alle strategie di Albania e Kosovo per gestire i mutamenti degli scenari che coinvolgono le popolazioni dei due Paesi albanofoni: “Domani potrebbe non esserci una seconda possibilità”
“Dobbiamo anticipare l’ondata del cambiamento demografico con strategie a lungo termine e con politiche ben ponderate e coordinate”. Lo ha ribadito il Presidente Bajram Begaj di fronte agli accademici di Albania e Kosovo, riuniti nella capitale del Paese delle Aquile per affrontare una delle più grandi sfide: quella connessa ai cambiamenti demografici che influenzano il mercato del lavoro e “da cui dipendono i fondamenti della nostra società: sicurezza, famiglia, occupazione, benessere e prospettive di sviluppo. Le preoccupanti realtà demografiche dimostrano che se oggi rimandiamo o commettiamo errori, domani non avremo una seconda possibilità”, soprattutto per quanto riguarda “le conseguenze sul mercato occupazionale, che da un lato vive una carenza di forza lavoro attiva, mentre dall’altro la disoccupazione giovanile resta elevata. Un paradosso apparente, come si dice in economia, e che richiede politiche nuove, lungimiranti e a lungo termine. Nel frattempo, esiste una grande richiesta di lavoratori con nuove competenze in tecnologia, informazione, servizi specializzati e innovazione, un cambiamento strutturale che richiede responsabilità gestionale, affinché lo sviluppo preservi un carattere sociale e di coesione nazionale”.
Oltre alle conseguenze dirette sul mercato del lavoro, il Presidente della Repubblica ha evidenziato altre “gravi sfide legate all’economia complessiva e alla sicurezza nazionale, che è necessario fronteggiare per prevenire una riduzione della base economica e fiscale dello Stato, una diminuzione della capacità produttiva e un sovraccarico dei sistemi pensionistici e sanitari. Lo spopolamento delle aree rurali e di confine mina la coesione sociale e il controllo del territorio, mentre l’emigrazione dei giovani riduce il capitale umano e la capacità di difesa del Paese”. Begaj ha sottolineato l’importanza “della formazione della forza lavoro, del reinserimento dei cittadini di ritorno dall’emigrazione, del contenimento dell’abbandono delle aree rurali, oltre alla valorizzazione della diaspora per gli investimenti nel nostro Paese”.
Il Capo dello Stato ha concluso il proprio intervento sulla “necessità di un mercato più unificato e coordinato, affinché l’intera regione diventi più attrattiva per gli investimenti e per progetti di sviluppo congiunti. In questo contesto, il percorso dell’integrazione europea rimane la via più sostenibile per lo sviluppo a lungo termine tale da mitigare alcune delle cause dell’emigrazione”.



