Bellanova: “Festa della Repubblica viva ed attuale”

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Celebrare la Festa della Repubblica a 76 anni dal voto referendario quando, per la prima volta in Italia, parteciparono con forza ed entusiasmo le donne italiane che già nella Resistenza avevano dato il proprio contributo per la liberazione del Paese, è tutto fuorché un esercizio retorico.

Non lo è affermare con forza il valore della nostra Carta costituzionale, documento d’identità della comunità nazionale e, insieme, via maestra che ancora vincola forze politiche e sociali.

E’ l’indicazione, tutta da raccogliere, che il Presidente Mattarella ci consegna: un programma esigente da attuare all’insegna dei valori della pace e della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà sociale.
Non è esercizio retorico ribadire la necessità e l’urgenza di procedere con senso di responsabilità e sollecitudine, senza tentennamenti, alibi e scorciatoie, alla realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e all’intreccio determinante riforme-investimenti, consapevoli del Patto con il Paese, le nuove generazioni, le donne, che il Piano sigla.
Né tantomeno lo è confermare il nostro convinto europeismo e la nostra chiara collocazione internazionale e atlantica, perché negoziare la pace non prescinda mai dai valori fondanti della libertà, della democrazia, dal rispetto della volontà delle popolazioni”.

Così la Vm delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili Teresa Bellanova.

“Domani”, prosegue Bellanova, “sarò come ogni 2 Giugno nella mia città, per partecipare alla Deposizione della corona in Piazza Italia e poi all’evento di consegna delle Onorificenze dell’Ordine al merito della Repubblica, che vede tra le personalità insignite anche medici e dirigenti sanitari.

Lo considero un riconoscimento dovuto a quante e quanti, in sanità come in altri segmenti altrettanto vitali per il Paese, si sono spesi senza sosta nel corso dell’emergenza Covid ma anche un monito sull’obbligo di rispondere alle enormi difficoltà prodotte dalla pandemia e adesso dalla guerra, e che dobbiamo saper affrontare con più politiche attive, più strategie di inclusione sociale ed economica, più contrasto alla povertà educativa, più formazione di qualità per le nuove generazioni e per chi, soprattutto donne, ha già tutte le carte in regola per essere a pieno titolo e non in forma residuale e penalizzante nel mercato del lavoro e nei processi produttivi”.