BUSI FERRUZZI (CONFINDUSTRIA CATANIA): “DECONTRIBUZIONE SUD RISORSA DA SALVAGUARDARE”

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La Presidente dell’Unione degli industriali etnei, dopo avere evidenziato i rischi connessi all’applicazione della “sugar tax” sulla competitività dei prodotti “beverage” italiani, interviene sugli effetti inevitabilmente recessivi della venuta meno del beneficio contributivo per le aree del Mezzogiorno, beneficio che sarebbe sostituito – in sede di legge di bilancio – da misure fiscali non altrettanto efficaci e non idonee a una programmazione aziendale e industriale di medio periodo

“Non vogliamo assistenzialismo, chiediamo semmai uno scenario ordinamentale e finanziario che ci permetta di programmare, investire e assumere, perché da qui soltanto si riduce il divario regionale”

Il Disegno di legge di Bilancio del Governo, per l’esercizio 2025, “è fondamentale per sostenere l’occupazione e la crescita delle imprese nel Mezzogiorno. Proprio per questo motivo, la venuta meno della Decontribuzione Sud potrebbe infliggere un colpo durissimo al tessuto produttivo meridionale”. A dichiararlo, sulla scorta altresì delle rilevazioni del prestigioso e autorevole centro studi Svimez, è Maria Cristina Busi Ferruzzi, in qualità di Presidente di Confindustria Catania.

“Parliamo di uno strumento che ha salvato migliaia di posti di lavoro – prosegue l’alta dirigente di categoria – e dato ossigeno e impulso proattivo alle imprese del Sud, sostenendo gli investimenti in formazione, innovazione e transizione alle nuove tecnologie. Eliminare questa agevolazione significa rischiare di compromettere anni di progressi e determinare una possibile emorragia di posti di lavoro in un ciclo macroeconomico già in sé complesso e accidentato”.

Busi Ferruzzi ricorda il ruolo che venne svolto dall’allora Ministro per il Sud e la Coesione, onorevole Raffaele Fitto – oggi Vicepresidente esecutivo della Commissione europea Von der Leyen bis -, “il quale aveva a proprio tempo raccolto l’allarme delle imprese ottenendo una preziosa proroga dell’incentivo. È necessario che il Governo, oggi, faccia altrettanto, poiché siamo preoccupati per la riduzione che sta caratterizzando le risorse destinate alle regioni meridionali e insulari. Secondo uno studio dello Svimez (l’istituto per la promozione dell’industria nel Mezzogiorno, ndr), nel triennio 2025-2027 le coperture destinate alle misure di incentivazione al Sud potrebbero subire decurtazioni fino a 5,3 miliardi di euro”.

Un taglio così drastico “sarebbe inaccettabile – rimarca senza perifrasi la Presidente degli industriali etnei – È necessario un impegno concreto e continuo per evitare che la nostra economia subisca un crollo. Come Confindustria Catania, proponiamo di riconsiderare e abbandonare l’ipotesi di venuta meno della Decontribuzione Sud, adottando in alternativa un approccio graduale che preveda al limite di ridurre, e non abolire “sic et simpliciter”, detta agevolazione, in maniera da mantenerla al 20 per cento dal 2025 al 2027 e al 10 per cento per il biennio 2028-2029″.

La confederazione degli imprenditori della provincia di Catania, inoltre, chiede di “legare la Decontribuzione agli investimenti nelle missioni strategiche del PNRR, come la digitalizzazione e la transizione verde. Non chiediamo assistenzialismo, ma strumenti che ci permettano di competere. Il Governo deve avere chiaro che il futuro del Mezzogiorno è in gioco, e con esso un decisivo contributo al prodotto interno lordo e al reddito nazionale. Servono interventi mirati e duraturi, rispetto ai quali le nostre aziende sono pronte a svolgere il proprio ruolo di soggetto investitore, responsabile e propositivo”.

Una rilevazione del centro studi di Svimez ha certificato che ” il mancato rinnovo di Decontribuzione Sud a favore delle imprese private rischia di costare, da solo, 25 mila posti di lavoro e due decimi di crescita del Pil meridionale”.