Quando si lavora a una legge girano molte bozze e in alcuni casi anche veline strumentali create ad arte. L’intervento sarà equilibrato e in Italia ovviamente non ci sarà mai alcun Far West. Il tema è molto sensibile e il Parlamento ascolterà tutti le parti in causa. Ma chi governa ha il dovere di fare anche cose difficili nell’interesse di tutti”
Così Francesco Lollobrigida, ministro Masaf, in una intervista rilasciata al quotidiano Secolo XIX sulla proposta di legge legata alla fauna selvatica.
“Le cose sono molto semplici, in realtà. Il Parlamento italiano ha chiesto con più atti di indirizzo al governo di promuovere una revisione della legge a garanzia della fauna selvatica e dell’attività venatoria. Molto spesso, anche con altre maggioranze gli atti di indirizzo sono stati approvati con voto bipartisan e nessun voto contrario. Un governo che resta inerte di fronte ad atti di indirizzo parlamentare non fa bene il proprio lavoro”, spiega il ministro, che poi risponde alle recenti polemiche emerse sui media e rilanciate dall’opposizione
“Semplicemente, non è vero. E dimostra come la maggior parte delle critiche, anche di autorevoli commentatori e di qualche personaggio dello spettacolo, parlano senza cognizione di causa, raggirando di fatto i cittadini. Nel testo che si intende proporre, l’attività venatoria non solo non è autorizzata nelle aree demaniali marittime, ma esplicitamente vietata. Non vi è alcuna modifica sulla gestione dei richiami vivi.
Non c’è alcun ampliamento o riduzione obbligatoria delle aree dove l’attività venatoria è autorizzata. L’intervento è considerato dal Parlamento una necessità, e io condivido, perché oggi la legge 157 del ’92 non è più in grado di rispondere interamente alle esigenze per cui fu pensata. Il nuovo procedimento su questo tema è più chiaro e coinvolgerà le istituzioni politiche, come la conferenza Stato Regioni, e quelle scientifiche, come l’ISPRA, e consentirà di definire le aree e i limiti per una corretta chiara pianificazione del territorio. La situazione di caos e di incertezza attuale non dà le giuste garanzie a nessuno”.
“Fare, scontenta alcuni – ribadisce Lollobrigida -. Non fare, scontenta tutti. Per me vivacchiare per tenersi la poltrona è un atto di codardia. So bene che l’argomento è delicato e interviene in termini emotivi su cittadini molto sensibili al tema. Rispetto la diversità di opinioni. Qualcuno dice addirittura che bisognerebbe abolire la caccia anche perché riguarda una minoranza di cittadini. Rigetto questo approccio. La tutela della fauna selvatica riguarda tutti e il legislatore della 157/92 ha coordinato questo obbiettivo con la regolamentazione della attività venatoria. Basta leggere il titolo. Ma se anche riguardasse una minoranza si dovrebbe fare, proprio perché lo Stato ha il dovere di occuparsi di tutti, anche delle minoranze”.
L’indirizzo politico per il ministro è chiaro: “Certo, e bisogna evitare ipocrisie. Molti pensano, e sono chiaramente liberi di farlo, nel rispetto di chi non la pensa come loro, che bisognerebbe vietare la caccia. Nel 1990 fu proposto anche un referendum in tal senso. L’Italia sarebbe stata l’unica nazione europea a vietarla, ma l’esito non fu favorevole. In trent’anni tutte le forze politiche presenti in Parlamento sono state più volte al Governo, ma mai nessuno ha inteso proibire l’attività venatoria come dicono di voler fare ora dall’opposizione. Semplicemente e in qualche modo, vigliaccamente, tutti preferivano il caos alle polemiche, con danni conseguenti.
Oggi la programmazione del ripopolamento è caotica e spesso dannosa nella sua attuazione, come anche esiste il rischio di elusione fiscale di imprese collegate al settore. C’è bisogno di adottare criteri scientifici per regolare la presenza di alcune specie al fine di non danneggiarne altre. Di arginare prontamente problemi sanitari che portano alla diffusione di zoonosi come la Peste Suina Africana, mettendo a rischio l’esistenza di altre specie. Ci sono anche problemi dovuti a modifiche istituzionali, come l’indebolimento delle Provincie, di cui l’attuale normativa non tiene conto, lasciando lacune nei controlli. Abbiamo danni all’agricoltura e al mondo produttivo, come anche veri e propri pericoli per l’uomo derivanti dalla fauna selvatica in eccesso. Nel 2024 ci sono stati oltre 193 incidenti gravi che hanno coinvolto animali selvatici e provocato 11 morti e centinaia di feriti”.



