Cade il governo in Olanda: il leader del PVV, dell’estrema destra lascia la coalizione

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Non un fulmine a ciel sereno, per il popolo olandese: Geert Wilders, a capo del partito di estrema destra Pvv ha ritirato il suo sostegno alla coalizione, facendo così cadere il governo del suo Paese.

Il futuro dell’esecutivo di destra guidato dall’indipendente Dick Schoof si era già prefigurato profondamente incerto dopo una riunione straordinaria sulla migrazione tenutasi lunedì sera tra i leader della coalizione.

A fine maggio, Wilders aveva convocato una conferenza stampa improvvisata per annunciare che “la pazienza era finita” con il governo del primo ministro Dick Schoof e aveva minacciato di affossare tutto se un nuovo piano in 10 punti per limitare l’immigrazione non fosse stato attuato entro poche settimane.

Il piano includeva la chiusura delle frontiere per i richiedenti asilo, controlli di frontiera più severi e l’espulsione dei cittadini con doppia cittadinanza condannati per un reato. “Chiudete le frontiere per i richiedenti asilo e i ricongiungimenti familiari. Non aprite più centri di asilo. Chiudeteli”.

La crisi politica arriva a sole 3 settimane dal vertice dei leader della Nato, che si terrà all’Aia i prossimi 24 e 25 giugno.

Il Consiglio dei ministri si riunirà alle 13.30 per discutere di come procedere: gli altri 3 partiti della coalizione – il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (Vvd), Nuovo Contratto Sociale (Nsc) e Movimento Civico-Contadino (Bbb) – sono increduli e furiosi per la decisione. “Sono scioccata”, ha commentato la leader del Vvd, Dilan Yesilgöz, definendo la decisione di Wilders “super irresponsabile”.