Calabrò: “La riforma della Curia non è un ‘lifting’, è una riforma spirituale e strutturale”

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Quali sono le radici della riforma della Curia promulgata da Papa Francesco con la Costituzione “Praedicate Evagelium”? Ne parliamo, in questa intervista, con la vaticanista dell’Huffington Post, Maria Antonietta Calabrò

Maria Antonietta, hai scritto che la nuova struttura della curia di Papa Francesco ricalca quella della Compagnia di Gesù. Un paragone interessante, puoi spiegarcelo?
La Curia è chiamata ad essere una struttura di servizio del Papa. Qualcuno potrebbe obiettare che era già così finora. In realtà la Curia era sempre più diventata, nonostante i correttivi postconciliari di Paolo VI, con la Pastor Bonus di Giovanni Paolo II, un organismo dotato di un fortissimo potere proprio. Soprattutto per quanto riguardava la Segreteria di Stato. Nella Compagnia di Gesù dove tutti gli uffici sono al servizio del Preposito generale.

Allo stesso modo nella nuova Costituzione firmata il 19 marzo, giorno anniversario dell’inizio del suo ministero petrino, è scritto che “la Curia romana è in primo luogo uno strumento di servizio per il successore di Pietro per aiutarlo nella sua missione di «perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli»”. Tanto ciò è vero che l’architrave della Curia fin qui in vigore, la Segreteria di Stato, viene trasformata “ in segreteria papale”. Inoltre la Curia come è al servizio di Pietro, sarà anche al servizio dei successori degli Apostoli, i vescovi.

Ma – è scritto nero su bianco – “non si colloca tra il Papa e i vescovi”. Non sarà una cinghia di trasmissione. Comunque, e nonostante i tentativi già in atto di ridimensionarne la portata ( era già stato tutto anticipato da singoli provvedimenti) , in realtà non è’ così. Papa Francesco cita esplicitamente i momenti in cui nell’arco dei secoli si è sentito più urgente il bisogno di riforma della Curia a partire dall’ intervento di Sisto V. In tutto 4 volte, di cui tre nel secolo scorso, compresa quella del Papa polacco. Infine, Francesco nel testo, ricorda che la riforma della Curia fu “auspicata vivamente dalla maggioranza dei Cardinali nell’ambito delle Congregazioni generali prima del Conclave”. In effetti fu una, se non la prima, “regola di ingaggio“ della sua elezione.