L’inchiesta esclusiva di Casinos.com svela il filo che lega sponsor, proprietà e dati
Dalle sale da gioco della California agli stadi della Premier League, fino alle zone grigie del mercato italiano: l’intreccio tra industria dell’iGaming e mondo del calcio non è più un tema marginale, ma una rete globale che ridefinisce confini, regole e rischi.
Casinos.com ha pubblicato un’inchiesta esclusiva che ricostruisce i nodi principali di questa rete, analizzando i casi più significativi a livello internazionale – da Tony Bloom e Matthew Benham in Inghilterra, alla famiglia Coates con Bet365, fino all’ingresso della Sycuan Band nella MLS – e confrontandoli con la situazione italiana, ancora regolata dal Decreto Dignità ma sempre più attraversata da eccezioni e cavilli.
Lo studio mette in luce come:
- In Premier League, a partire dal 2026/27, i marchi del betting spariranno dalle maglie ufficiali, segnando la fine di un’epoca.
- In Italia, club come Inter, Parma e Lecce hanno trovato soluzioni alternative attraverso brand “.news”, “Scores” o “infotainment” e partnership regionali europee (Milan, Juventus), aggirando i divieti del 2019.
- in Europa circa due terzi dei club delle principali leghe hanno un partner del settore betting, mentre fuori dal continente – dal Brasile agli Stati Uniti – il peso delle sponsorizzazioni cresce in maniera esponenziale.
- Sul fronte proprietà la vicenda Stake-Everton ha mostrato come un cambio di status regolamentare rischi di far saltare in poche settimane contratti milionari.
“Quello che emerge – spiega Daniele Alfieri, redattore di Casinos.com – è che l’Italia si trova davanti a un bivio. Da un lato la necessità di sostenere un sistema calcistico che perde circa 100 milioni l’anno in ricavi da sponsorizzazioni; dall’altro l’urgenza di fissare regole di trasparenza chiare su conflitti d’interesse, proprietà e uso dei dati. La vera partita, ormai, non è più solo sul campo, ma anche nei contratti e nelle clausole”.
fonte: casinos.com


