Tra i sostenitori giallorossi rimpianti per Mourinho e De Rossi e la paura di finire in serie B
Due vittorie da inizio stagione, quella contro l’Udinese e il Venezia. E tutte firmate Ivan Juric. Per il resto il cammino della Roma si è diviso tra sconfitte e pareggi, in campionato e in Europa, senza dimenticare l’esonero di Daniele De Rossi che ha sorpreso e scosso tutto l’ambiente giallorosso. In un contesto simile la sconfitta contro l’Inter in casa ha sicuramente acuito la crisi romanista e la rabbia mista a delusione che si respira nell’ambiente.
Dopo gli anni di Josè Mourinho e Daniele De Rossi sembra essere esaurita la stagione dei soldout allo stadio Olimpico, come confermato anche dalla scelta della società di non rendere più noto il numero degli spettatori presenti nel dettaglio e i vuoti sugli spalti.
“Sbrigamose a fa 40 punti”, nel più classico dialetto romano è una delle frasi che più circolano tra i tifosi, apparse sui social e nelle radio. Questo perché aleggia su squadra e tifosi l’incubo di 20 anni fa esatti quando sulla panchina giallorossa si alternarono Cesare Prandelli, costretto a lasciare per motivi personali, poi Rudi Voeller, Ezio Sella, Luigi Delneri e Bruno Conti. Quella squadra aveva 9 punti dopo 8 gare e disputò un campionato decisamente al di sotto delle aspettative. La soglia dei 40 punti, per i tifosi, è quella della tranquillità per non rischiare di rimanere invischiati nella lotta per non retrocedere.
E sì perché il tifoso giallorosso anche di questo ha paura: “Che dite ce la facciamo ad andare in serie B? Perché di questo passo poco ci manca! Potete mettere pure un fenomeno ad allenare ma i giocatori scarsi sempre li stanno!”. Sono alcuni dei messaggi e degli interventi radiofonici dei tifosi in un ambiente che oscilla tra il depresso e l’arrabbiato.
Con un responsabile ampiamente individuato, la proprietà. L’assenza e le scelte della società targata Usa, quella di Dan e Ryan Friedkin, sono viste come le colpe principali. La decisione di aver cacciato soprattutto Mourinho e poi De Rossi dopo il rinnovo triennale sono viste come la causa del male di oggi: “È stato cacciato l’allenatore più forte che comunque riusciva a fare risultati pure con una squadra con pochi giocatori”.
Altro punto è l’assenza della società: “In tribuna contro l’Inter hanno inquadrato Marotta e Zanetti e basta, nessuno della Roma perché la società non esiste”. Il dopo Mourinho (e De Rossi) per la Roma si sta rivelando più difficile del previsto, con una squadra che oscilla tra il decimo e l’undicesimo posto in serie A e in coda nella classifica dell’Europa League.
fonte: Agenzia DIRE www.dire.it



