CANE UCCISO A BADILATE NEL PALERMITANO, ON. BRAMBILLA AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA: A QUANDO PENE PIU’ SEVERE?

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“Quali azioni intende intraprendere il ministro della Giustizia per promuovere una legislazione penale più severa ed effettivamente deterrente a carico di quanti si macchiano di questi ripugnanti reati”. Lo chiede in un’interrogazione l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente e del Movimento animalista, in relazione alla notizia, riportata dalla stampa locale e da alcuni media nazionale, della brutale uccisione di una cucciola di cane da parte di un pensionato di Partinico (Palermo).

in base ad una prima ricostruzione dei fatti, sottolinea l’ex ministro, “ l’uomo avrebbe ferito a morte l’animale a colpi di badile, poi ne avrebbe cosparso di benzina il corpo con l’obiettivo di finirlo e di eliminare le prove. L’intento sarebbe stato sventato da un vicino, che avrebbe colto in flagrante il pensionato documentando fotograficamente le sevizie. Grazie all’intervento del testimone, la cagnolina è stata sottratta al suo aguzzino e affidata alle cure di una clinica veterinaria, dove è morta per le lesioni riportate”. La vicenda, sulla quale indagano i carabinieri di Partinico, “ha suscitato indignazione tra la popolazione locale e sui “social network”.

L’on. Brambilla ricorda che “in tutto il territorio nazionale, ma soprattutto nelle aree del Mezzogiorno dove il randagismo è “un’emergenza permanente”, si moltiplicano gli episodi di violenza e crudeltà a danno degli animali e che le sanzioni penali per maltrattamento e uccisione di animali non appaiono “commisurate alla gravità dei fatti e non hanno effetto deterrente”. Anche per questo l’on. Brambilla ha presentato in materia un’articolata proposta di legge (AC335) che corrisponde con correzioni all’AC 3005 della scorsa legislatura e introduce una serie di modifiche al codice penale e al codice di procedura penale oltre a disposizioni per l’integrazione e l’armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali. In sedici articoli, tra l’altro, sono aumentate rispettivamente fino a cinque e sei anni le pene per il maltrattamento e l’uccisione di animali, diventano “delitti” in senso tecnico le condotte di detenzione in condizioni “insopportabili” o “incompatibili con la natura dell’animale”, quella dell’abbandono e, come nuovo comma del 544 bis, l’uccisione di esemplari di specie protette.