CANNABIS, COLTIVAZIONE DOMESTICA 

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MediJean cannabis plant care technician Misad Shazi sprays water on marijuana plants growing at the medical marijuana facility in Richmond, B.C., on Friday March 21, 2014. The company currently has a license from Health Canada to grow marijuana for research and development purposes. THE CANADIAN PRESS/Darryl Dyck
La campagna per la legalizzazione lancia un nuovo appello. Antonella Soldo, Meglio Legale: “Dal governo indicazioni precise su decriminalizzazione: adesso al voto” 
 
Roma – Alla Camera dei Deputati la ripresa dell’esame della Proposta di Legge per la coltivazione domestica di quattro piante di cannabis. Dopo l’inizio della discussione, durata quasi tre ore, della scorsa settimana, riparte oggi l’esame della proposta in vista del voto.
Nel frattempo, per la prima volta in assoluto, con la Relazione Annuale al Parlamento sul Fenomeno delle Tossicodipendenze in Italia, il Dipartimento per le Politiche Antidroga riporta indicazioni precisissime in materia di cannabis e di decriminalizzazioni della coltivazione e della cessione di modiche quantità per il consumo di gruppo.
Come si legge nella relazione di 556 pagine volta a fare un punto dell’ultimo anno sul consumo di stupefacenti in Italia, è necessario “favorire la depenalizzazione, intesa come necessità di rivedere le norme che prevedono sanzioni penali e amministrative a carico di persone che usano droghe; rivedere la legge attuale passando dal modello repressivo a un modello di governo”.
«Dal Governo arrivano indicazioni chiarissime: serve modificare il modello repressivo in un modello di governo. La relazione scrive chiaramente – tra le altre cose – che serve decriminalizzare la coltivazione domestica e la cessione di modeste quantità » – dice Antonella Soldo, coordinatrice di Meglio Legale, tra i promotori del Referendum Cannabis. E prosegue:  – «Sono giorni decisivi per portare al voto una PdL già lungamente dibattuta. Manca un mese alla chiusura estiva delle attività Parlamentari: è il momento che le istituzioni si assumano la responsabilità su un tema che,  come ha dimostrato la grande richiesta di cambiamento espressa con il referendum, non sarà affatto semplice archiviare. Onorevoli parlamentari non ci sono più scuse: adesso al voto»