Cannabis: Tar Lazio bloccato decreto Schillaci su CBD

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Antonella Soldo, Ass. Meglio Legale: “Prevedibile e scontato, la molecola non è stupefacente”

Il Tar del Lazio ha bloccato il decreto del ministro della Salute del governo Meloni, Orazio Schillaci, entrato in vigore lo scorso 22 settembre, che inserisce il  cannabidiolo (CBD), molecola non psicotropa presente nella cannabis, tra le sostanze stupefacenti. 

Antonella Soldo, coordinatrice dell’Associazione Meglio Legale, la campagna per la legalizzazione della cannabis, ha commentato così la notizia: «Il provvedimento con cui il TAR del Lazio blocca il decreto Schillaci era prevedibile, oltre che scontato. Il CBD, la molecola della cannabis che si voleva inserire nell’elenco dei medicinali stupefacenti, stupefacente non è. Non ha alcun effetto drogante e l’olio di CBD è prodotto e venduto liberamente nel resto d’Europa. E c’è pure una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea a ribadire che così deve essere. 

Ora probabilmente questo governo si difenderà dicendo che pure i giudici del Tar Lazio sono troppo di sinistra, ma il punto è che quel decreto era un pastrocchio dal punto di vista giuridico e scientifico. E i giudici non potevano fare altrimenti. 

Ora vedremo cosa accadrà tra un mese, quando scade il periodo di sospensione. Il rammarico vero è per quelle migliaia di persone che lavorano in questo settore che subiscono una vera e propria persecuzione. Uno stigma che susciterebbe scandalo verso qualsiasi altra categoria di lavoratori, ma che questo governo porta avanti con nonchalance in nome di una guerra alla droga che è una farsa».

Ora nel Lazio, per volere dei giudici, il provvedimento è sospeso fino al 24 ottobre 2023.