Questa mattina nella Basilica Vaticana è stata celebrata la Santa Messa “Pro eligendo Romano Pontifice” presieduta dal Decano del Collegio Cardinalizio, Cardinale Giovanni Battista Re, e concelebrata dai Cardinali elettori.
Oggi tutta la chiesa unita è stata in preghiera invocando instantemente la grazia dello Spirito Santo, affinché venga eletto un degno Pastore per tutto il gregge di Cristo. Il Cardinale Re inizia la sua omelia citando gli Atti degli Apostoli: “L’inizio del Conclave, è sotto lo sguardo della Madonna posta a fianco dell’altare, in questa Basilica che si eleva sopra la tomba dell’Apostolo Pietro. Percepiamo unito a noi l’intero popolo di Dio col suo senso di fede, di amore al Papa e di fiduciosa attesa – aggiunge il Decano del Collegio Cardinalizio –. Siamo qui per invocare l’aiuto dello Spirito Santo, per implorare la sua luce e la sua forza perché sia eletto il Papa di cui la Chiesa e l’umanità hanno bisogno in questo tornante della storia tanto difficile e complesso”.
Il mondo di oggi attende molto dalla Chiesa per la salvaguardia di quei valori fondamentali, umani e spirituali, senza i quali la convivenza umana non sarà migliore né portatrice di bene per le generazioni future. Con questa consapevolezza i cardinali elettori sono pronti oggi pomeriggio a sedersi nel loro posto nella Cappella Sistina accanto al libro del Vangelo; si preparano ad un atto di massima responsabilità umana ed ecclesiale e ad una scelta di eccezionale importanza. “Un atto umano per il quale si deve lasciar cadere ogni considerazione personale, e avere nella mente e nel cuore solo il Dio di Gesù Cristo e il bene della Chiesa e dell’umanità”.
Il Vangelo ricorda che nella sera della Cena di Addio nel Cenacolo Gesù disse: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amato”. Quasi a precisare quel “come io vi ho amato” e indicare fino dove deve giungere il nostro amore. Gesù di seguito afferma: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”.
Il Cardinale Re se rivolge ai 133 elettori cardinali presenti in Basilica: “È il messaggio dell’amore, che Gesù definisce comandamento “nuovo”. Nuovo perché trasforma in positivo e amplia grandemente l’ammonimento dell’Antico Testamento, che diceva: “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”. L’amore, che Gesù rivela, non conosce limiti e deve caratterizzare i pensieri e l’azione di tutti i suoi discepoli, i quali nel loro comportamento devono sempre mostrare un amore autentico e impegnarsi per la costruzione di una nuova civiltà, quella che Paolo VI chiamò “civiltà dell’amore”.



