CARO BOLLETTE: SERVONO ALMENO ALTRI 5 MILIARDI PER ARRIVARE INDENNI A FINE INVERNO

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Il presidente di Confesercenti Giancarlo Banchieri lancia un appello non soltanto al governo nazionale ma anche alle istituzioni territoriali preposte al controllo delle società energetiche locali per ottenere almeno un rateizzo delle bollette

Lo stesso governo che lancia l’allarme sui rincari delle bollette, escludendo di fatto che gli stessi saranno transitori o limitati solo a questo anno, è quello che poi rischia di lasciare a bocca asciutta gli utenti energetici sia domestici che aziendali.

Secondo alcune stime, provenienti da fonti della maggioranza governativa, servirebbero almeno altri 5 miliardi per arrivare relativamente incolumi alla fine della stagione invernale e contemporaneamente avere i margini per avviare un serio discorso sulla transizione energetica e sul pieno recupero di quei progetti in grado di aumentare la capacità di approvvigionamento e di autonoma produzione Italiana.

Perché quest’ultimo aspetto sia concretizzabile, occorre tuttavia che il sistema delle imprese non sia travolto da quella che Giancarlo Banchieri, Presidente di Confesercenti Torino, ha definito in maniera ineccepibile la “tempesta perfetta” che si sta abbattendo sulla nostra economia reale.

Il Premier Draghi, sebbene smentisca il ricorso a nuovi scostamenti di bilancio (benché gli stessi rimangano tuttora possibili attivando il residuo di piano anti pandemico della BCE), starebbe dietro le quinte lavorando con i partiti della maggioranza parlamentare per trovare una soluzione di bilancio che aiuti a tenere aperto l’ombrello antirincari sino all’arrivo della stagione primaverile.
Il patto tra galantuomini potrebbe essere il seguente: chiedere a commissione europea e BCE di autorizzare e finanziare lo scostamento, e in via non solo contestuale ma simultanea avviare una netta accelerazione sul versante delle riforme normative e autorizzative per aumentare in maniera sensibile e progressiva i livelli e il tasso di diversificazione degli approvvigionamenti e delle fonti di generazione di energia e di combustibile, potenziando le stazioni di stoccaggio e formulando all’Unione Europea una proposta affinché sia Bruxelles a negoziare vantaggiosamente il prezzo di acquisti massivi di materie prime.

Per intanto, i territori non restano a guardare e si muovono con ancora maggiore determinazione propositiva, essendo i più coinvolti e investiti dalla valanga tariffaria.

L’esempio della vicina Francia insegna: Draghi potrebbe muoversi come Macron, utilizzando lo strumento della persuasione e il ruolo di azionista strategico e di garanzia dello Stato, all’interno delle società energetiche nazionali Enel ed Eni, per vincolare le stesse a forniture temporanee a prezzi finali calmierati, operazione che oltralpe ha permesso di contenere lo shock degli aumenti in bolletta al 4 per cento, con uno stanziamento totale di 20 miliardi di euro nel bilancio del governo di Parigi.

Il presidente Banchieri rivolge un appello esteso alle istituzioni territoriali e locali che esercitano la governance e le linee di indirizzo strategico e operativo sulle società di public utilities e di servizio pubblico come Iren (che da tempo ha incorporato realtà come la ex Aem, l’azienda elettrica municipale di Torino), affinché utilizzino una parte dei propri ricavi ed extragettito più recente per accordare una rateizzazione delle bollette dovute da famiglie e piccole imprese, in alternativa al rischio – tragicamente più che concreto – che aumentino a dismisura i casi di insolvenza e di morosità incolpevole e di cessazione o fallimento di aziende, con perdite nette sia per enti come Iren, sia per il tessuto socio economico provinciale.

Una recente indagine del nostro giornale aveva evidenziato che Torino è la terza capitale d’Italia in fatto di livello di multe inflitte ai propri cittadini, e la pioggia dei rincari rischia – se il Comune e le società partecipate alzeranno le spalle in segno di resa – di farla ancora salire su questo triste podio.