La battaglia non può finire qui perché non può vincere non solo chi ha sguaiatamente festeggiato l’affossamento della legge ma non può vincere anche chi su questa questione – che riguarda i diritti e la vita di tante persone – ha deciso di dividere il Paese, di dividere il Parlamento, di radicalizzare lo scontro contro questo, non proponendo un’altra legge o un altro modo di garantire i diritti delle persone ma contro i diritti delle persone.
«Da domani, la prima cosa che ci diranno è “avete presentato il disegno di legge così com’è e, quindi, non volete discutere, non volete confrontarvi” ma noi avevamo chiesto fin dall’inizio il confronto e abbiamo detto che eravamo disponibilissimi a discutere sulle preoccupazioni che c’erano rispetto all’articolo che riguardava la scuola; eravamo e siamo ancora disponibili a discutere rispetto all’articolo che ad alcuni appariva come un articolo che riduceva la libertà di opinione rispetto a questo tema. – ha proseguito Mirabelli –
Abbiamo detto, però, che c’è una cosa che non si può pensare ed è l’escludere qualcuno dalle tutele previste da questa legge. Questa deve essere una legge che tutela, garantisce, aiuta tutte quelle persone.
L’idea su cui il centrodestra, a partire dal Presidente della Commissione Giustizia, Ostellari, ha fatto la battaglia era quella di togliere il tema dell’identità di genere, che era esattamente ciò che dall’altra parte era stato chiesto di non toccare. Io credo che da qui si riparte e credo che dobbiamo fare una discussione di merito, chiarendo questo e andando a vedere le reali disponibilità di chi ci ha detto di voler difendere i diritti».



