C’è Unione Europea?

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Chi vuole la testa di Ilaria Salis? Sicuramente il magiaro Orbán che ha subìto dalla Stessa in piena assemblea UE accuse gravi di esercizio dispotico del potere nella sua Nazione e che non ha rinunciato affatto al suo atto persecutorio nei confronti della rappresentante italiana. In verità anche all’osservatore superficiale appare che il dittatore non conosca i principi basilari della democrazia.

Ora, per vendicarsi della denunciante, vuole che il Parlamento europeo le ritiri la “immunità” acquisita con la elezione a deputata. La Salis si difende, opponendo la sua innocenza, provata da “mancanze di prove” di un suo coinvolgimento nei fatti che le sono addebitati. Quindici i mesi di detenzione preventiva, nelle mefitiche e maleodoranti celle del carcere di Budapest dove i topi e gli scarafaggi circolano indisturbati nel loro “habitat”, non bastano al Presidente della “Democratura”ungherese. I trattamenti denunciati? Oggi non riservabili neppure agli animali e, fu sotto gli occhi di tutti, l’ingresso della imputata in tribunale per il “processo farsa”, con catene, lucchetti e guinzaglio fino al collo, trattata come bestia feroce indomabile. Spettacolo che fa vergogna, a chi lo ha orchestrato. Disumanità e disprezzo della dignità della persona, sono il messaggio inviatoci. Con il protervo Orbán canta la Lega in salsa italiana. Congenita è la miopia che le consente di guardare solo nel proprio orticello

. Perciò la rivendicazione, pronta per il baratto! Come Salvini, giudicato per i migranti lasciati in mare, anche la Salis deve essere condannata per un reato di cui la stessa si dichiara innocente e gli stessi “offesi” la scagionano. Perseguitata per un pensiero di ideologia politica diverso. Europa “arlecchina”? Ma i colori diversi non fanno folklore, denunciano piuttosto divisioni interne, insanate e rese insanabili dai Sovranismi egocentrici, in un corpo incapace di integrare le sue membra. Si assiste così miseramente alle reciproche accuse e rivendicazioni, come “stracci in faccia”, nelle sedute di Bruxelles e di Strasburgo, dando estro per l’irrisione a chi la vuole inesistente. Mi chiedo: quando questa Europa si potrà dire “Una” , come pretende la sigla che la semplifica “UE”?

Dott. Paolo Caruso