In questo mondo social sempre connesso, spiega il rapporto della Polizia il fenomeno, di solito è rivolto al mondo adulto, ma ha un “enorme potenziale di pericolosità “perché oggi colpisce vittime minorenni, tanto fragili quanto inesperte.
Come si inizia
Tutto inizia con una conversazione sulle chat, con un complimento per la foto dello stato e dei profili. I complimenti sono innocenti, fanno piacere e si risponde. La trappola dei “like” è aperta. Dalle chat si passa alle video chat, dove si entra piano piano in confidenza e dove le richieste di foto più “carine” sembrano innocenti. Le richieste, invece, si fanno più spinte, più audaci e affondano nella curiosità sessuale dei ragazzi.
La violenza
Il passo successivo è la pressante richiesta sempre on line, di soldi con la minaccia nemmeno velata, che quelle foto, immagini verranno diffuse nell’universo del web dove tutti i contatti, gli amici e i familiari le vedranno. La trappola della violenza è scattata.
La vergogna


