Le lacrime non hanno colore ma corrugano il volto di chi le versa e sono la naturale espressione del sentimento umano
Ce lo racconta bene la Pietà di Lorenzo di Alessandro, pittore marchigiano, proveniente da San Severino, luogo in cui l’artista nacque e visse senza spostarsi mai.
Lorenzo era nato nel 1445 da Alessandro di Francione, un fabbro alquante abbiente.
Il giovane Lorenzo si era poi formato presso la locale bottega orafa di Bartolomeo di Antonio.
Se osserviamo la Pietà degli Uffizi, parte di una pala d’altare realizzata intorno al 1490, in un primo momento ci sembra di scorgere una pittura tardo gotica un po’ superata, se solo pensiamo ai più importanti centri rinascimentali degli stessi anni, dove operavano artisti come Leonardo o Michelangelo.
Eppure non possiamo rimanere indifferenti all’umanità dei sentimenti: gli occhi della Vergine alzati verso il cielo, le gote arrossate, la bocca semiaperta, stretta in una morsa che mostra quasi la dentatura.
In quella che un tempo era la periferia dello Stato Pontificio, il maestro Lorenzo dipinge l’umano dolore del distacco: lancinante, straziante, struggente.
Lorenzo di Alessandro, Cristo in Pietà, dettaglio, 1491ca, Uffizi
