Chi sa ascoltare la musica degli alberi percepisce la legge primordiale della vita

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Si può ascoltare la musica delle piante? Grazie ad un dispositivo, connesso con lo smatphone, ci si può sintonizzare sul loro bioritmo, creando una connessione speciale con il bioritmo umano e immergersi in una dimensione di straordinario impatto emotivo

Quando si parla del suono delle piante in un bosco viene subito alla mente lo stormire delle foglie al vento, un suggestivo suono musicale prodotto però da un fatto meccanico e non dalla voce che le piante tutte possono esprimere. Alberi che parlano e comunicano con gli uomini abitano racconti e miti di tante culture e religioni del mondo e rigorosi studi scientifici hanno rivelato come effettivamente gli alberi parlino scambiandosi, mediante segnali elettrici dalle cellule situate negli apici delle radici, informazioni, messaggi di allarme e notizie sull’ambiente che li circonda. Ma non si limitano solo a questo.

Alberi e piante sono capaci anche di produrre musica, attraverso le vibrazioni prodotte dalle costanti variazioni elettriche che si creano dai loro processi vitali ed attività fisiologiche come per esempio la fotosintesi, il famoso processo che compiono per trasformare la luce del sole in energia elettrochimica e quindi in fotosintesi clorofilliana.

La fisica sostiene che la materia è in uno stato di moto e vibrazione continuo, mai immobile; anche le pietre sono energia che vibra, seppure a frequenze molto basse, e dunque producono un suono: “Ciascuna particella canta perennemente la sua canzone” sostiene il famoso fisico austriaco Fritjof Capra.

Musica tuttavia con frequenze che noi non siamo in grado di percepire, o meglio, non lo siamo stati fino a quando Edoardo Taori (musicologo con un passato nel campo dell’elettronica) e Federica Zizzari (laureata all’Accademia di Belle Arti a Bologna) hanno avuto l’idea di unire la passione per la musica, il disegno e la natura: hanno cominciato a registrare con dei dispositivi di biofeedback le vibrazioni emesse da alberi e piante e poi, grazie all’impegno in collaborazione con tecnici e specialisti informatici, hanno realizzato un dispositivo capace di convertire le vibrazioni emesse dalle piante in musica, che può essere ascoltata direttamente sul proprio smartphone.

Tramite due sensori posizionati sulle foglie, sullo stelo o sul fusto che rilevano l’emissione degli impulsi elettrici delle piante il dispositivo, che si chiama Plants Play ed è indossabile, converte le variazioni elettriche in note musicali, inviandole in tempo reale tramite bluetooth ad un’applicazione dedicata per smartphone iOS/Android.

Nell’App è presente anche una speciale funzione chiamata “plant activity” che permette di monitorare in tempo reale i bioritmi della pianta e capire quando è influenzata da quanto accade nell’ambiente circostante, compresa l’interazione con gli altri esseri viventi. In altre parole la pianta è il compositore e genera le note e lo smartphone con l’app Plants Play è l’esecutore e suona le note generate dalla pianta inviategli dal dispositivo.

Come spiegano Edoardo e Federica, ogni pianta o albero non hanno un “genere musicale” prestabilito, ma sono in grado di “improvvisare” nuove armonie di volta in volta: “La musica generata è sempre unica e mai scontata – dicono – c’è da precisare che tutto l’ambiente collabora alla composizione musicale poiché le piante sono estremamente consapevoli di quello che accade intorno a loro. Hanno linguaggi estremamente sofisticati e possiedono più di 15 sensi: iniziando a testare Plants Play abbiamo imparato a capire come la musica generata dalle pianta sia la diretta conseguenza non solo delle sue classiche funzioni fisiologiche, ma anche della percezione che hanno dell’ambiente circostante. Un esempio? Toccando la pianta risulta evidente il modificarsi della musica composta”.

In questo modo i rumori gentili e ispirazionali dell’ambiente che ci circonda vengono tradotti in armonia acustica, per creare una connessione speciale tra il bioritmo umano e il ritmo della natura. La musica che genera il regno vegetale è lenta e delicata, educatori e insegnanti possono utilizzarla per arricchire eventi, seminari e attività per adulti e bambini. È perfetta per musicoterapia, massaggi, medicina alternativa, yoga e meditazione: ascoltare il suono delle piante, sintonizzarsi sul loro bioritmo e immergersi in una dimensione di straordinario impatto emotivo.

Spesso siamo inconsapevoli delle relazioni che abbiamo con le piante, le vediamo come parte statica di un paesaggio senza capire che le piante sono esseri viventi vigili e coscienti. Solo quando ci poniamo in autentico ascolto, quando ci sintonizziamo con il resto del mondo per cogliere e lasciare entrare emozioni e vibrazioni, entriamo veramente in contatto con noi e ciò che ci circonda, nel modo più disponibile e gentile che esista: quello dell’equilibrio e dell’armonia.

Per dirla con Hermann Hesse: “Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi sa ascoltarli, percepisce la verità. Essi non predicano dottrine e ricette ma predicano, noncuranti del particolare, la legge primordiale della vita”.

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