Chiese, Museo e chiostro del Collegio del Patriarca

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A Valencia, un “Complesso” del XVI secolo in stile Rinascimentale

VALENCIA – Fra le tante cose belle da vedere in questa città non dobbiamo dimenticare il Complesso del Patriarca (era così soprannominato il suo creatore don Juan de Ribera), o Collegio Reale del Seminario del Corpus Christi, composto dal collegio vero e proprio (con biblioteca, celle ed aule che restano nascoste all’occhio), da un piccolo museo, dalla chiesa del Corpus Christi e dalla cappella della Comunione o dell’Immacolata (al suo interno due grandi e begli arazzi fiamminghi, da ammirare), che si affacciano su uno splendido chiostro in stile rinascimentale, realizzato con marmi di Carrara.

Il Patriarca, Monumento Nazionale dal 1962 e Bene di Interesse Culturale dal 2007, è uno dei migliori esempi di architettura rinascimentale.  La sua missione principale era la formazione dei sacerdoti secondo lo spirito e le disposizioni del Concilio di Trento.  Nel Museo del Collegio spiccano, tra tanti, dipinti caravaggeschi, di  El Greco, Van Der Weyden, Benlliure, Ribalta, Juan de Juanes, oltre a manoscritti originali di sir Thomas More.

In italiano Tommaso Moro (1478-1535), fu umanista, scrittore e politico cattolico, beatificato da papa Pio XI nel 1935 dopo che fu decapitato nella torre di Londra sotto Enrico VIII per non aver accettato l’autorità del re inglese come superiore a quella del papa romano. Scrisse l’Utopia, una società “ideale”, di pace, in cui a dominare sugli uomini è la cultura. Nel museo segnaliamo anche una bella croce in legno finemente intagliata, anche al suo interno, proveniente dal Monte Athos.

All’esterno del Collegio sono sopravvissuti alcuni resti di mura in pietra e là, all’angolo, vi è pure un campanile, seppur di ridotte dimensioni. Situato nell’omonima piazza, questo seminario fu fondato dall’arcivescovo San Juan de Ribera nel 1583, progettato – come è visibile oggi in due edifici separati – per dividere la parte accademica da quella ecclesiastica, come lo è la stessa chiesa dalla scuola. Il patriarca intervenne personalmente nella scelta dell’architetto (Guillèn del Rey) e degli artisti per le opere commissionate, finanche correggendo idee e bozzetti! I lavori delle opere strutturali durarono dal 1586 al 1610.

Nel 1604, approfittando del soggiorno a Valencia di Felipe III e di sua moglie, l’arcivescovo volle inaugurare la magnifica chiesa del Corpus Christi alla presenza delle maestà reali.

Ideata dall’architetto Guillén del Rey, è a pianta a croce latina a navata unica ed ha tutte le pareti interne affrescate tra il 1597 e il 1605 dal genovese Bartolomeo Matarana. La pala dell’altare maggiore è stata progettata dallo stesso Matarana e scolpita in legno da Francisco Pérez nel 1600. In essa troviamo una bella tela con l’Ultima Cena (su un tavolo stranamente rotondo…) di Francisco Ribalta realizzata nel 1606.

Si trova nelle vicinanze del Museo nazionale della ceramica e a poche decine di metri da “Plaza Alfonso el Magnánimo”.

Nell’atrio che porta alla chiesa si trova – imbalsamato su una parete – un grande caimano! Su di esso sono nati, col tempo, leggende, detti popolari, ed anche racconti. Vediamo le due voci principali.
Secondo una leggenda un drago minacciava i valenciani quando si avvicinavano al fiume Turia; ciò rendeva quei cittadini molti timorosi.

Un giorno un astuto giovane affrontò il drago con una lancia e un abito ricoperto di specchi. Il drago – da una parte abbacinato dalla tanta luce riflessa, dall’altra perché si era visto molto brutto e si era spaventato – improvvisamente si paralizzò così permettendo all’“eroe” di lanciare la sua lancia uccidendolo. Si dice ancora che – essendo egli un prigioniero – gli fu promessa la libertà se fosse sopravvissuto. E così fu!

La realtà di questa storia è stata invece trovata negli archivi storici del Collegio, ed è molto più semplice: quel caimano era un dono del viceré del Perù (marchese di Monterrey) a don Juan de Ribera, il quale lo chiamò “Lepanto” in ricordo della famosa battaglia navale che vide, nella guerra di Cipro, il trionfo cristiano sui mussulmani nell’ottobre 1571 (Don Giovanni d’Austria contro Muezzinzade Alì Pascia).

Quando il caimano morì (1606) fu imbalsamato e appeso all’ingresso del tempio come simbolo di silenzio, ciò che il visitatore doveva rispettare all’interno della chiesa.

Informazioni: la domenica la chiesa rimane chiusa tranne che per la celebrazione della messa, il cui accesso è riservato ai devoti, ma è possibile visitarla a porte chiuse con la guida, prenotata in anticipo a: info@arsmagna.es o per telefono al numero +34 960 961 855.

Ingresso senza visita guidata: € 5 a persona. Ingresso con visita guidata: € 6 a persona (ridotto) – € 7 a persona (generale). I prezzi possono variare.

E-mail:info@valentiaarsmagna.es

Tel.:+34 692491769

Sito web:patriarcavalencia.es/

franco cortese

Franco Cortese Notizie in un click

Nella composizione fotografica (da sin): soffitto della Cappella della Comunione, la croce intagliata del museo e la chiesa del Corpus Christi, con l’Ultima Cena su tavolo rotondo.