La mia opinione è che ci siano zero possibilità che Matteo Messina Denaro stia collaborando o inizi a collaborare con la giustizia, perché non ha convenienza, lui deve difendere il suo patrimonio e pensare alla sua salute, il suo problema principale.
Che interesse ha, dunque, ad avviare una collaborazione, che significa anche disvelare tutti i beni posseduti?
Perché la prima cosa che viene chiesta è questa”. Così all’AdnKronos l’avvocato Luigi Li Gotti, storico difensore dei pentiti di Cosa nostra, da Tommaso Buscetta a Gaspare Mutolo fino a Giovanni Brusca, dopo la trasferta nel carcere dell’Aquila del procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, e del suo aggiunto Paolo Guida, per interrogare il boss mafioso Matteo Messina Denaro. Per lo storico legale dei pentiti, inoltre, la grave malattia di cui il boss soffre è un incentivo a non collaborare.
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