Ai sostenitori dell’ineluttabilità del conflitto globale, dopo lo sconfinamento dei droni russi, resta solo da determinare la natura del disastro che ci attende
. Guido Crosetto lo sa da tempo: “Siamo già in guerra”. Ibrida, in particolare. Combattuta con la “disinformazione di Stato”: una disciplina in cui l’Occidente non ha complessi. Eppure, dice il ministro della Difesa al Corriere: “Noi sembriamo ignorare quanto la guerra ibrida sia pericolosa”. E Mattarella? “Il presidente si è limitato a descrivere quello che sta succedendo: un mondo che sta impazzendo. Ci sono azioni e decisioni di leader che ricordano i peggiori momenti dell’umanità”. Rimane un solo dubbio: Putin farà saltare in aria il mondo come nel 1914 o somiglia più all’Hitler del ’39?
In questo quadro fosco, mai avremmo pensato di poter trovare sollievo nel capo militare della Nato. Giuseppe Cavo Dragone, in divisa bianca e baffoni a manubrio, lo dice in tutta serenità: “Non c’è un rischio escalation”. È impazzito, oppure ha bevuto? Parrebbe lucidissimo, nell’intervista al Messaggero: “Non siamo vicini a una terza guerra mondiale”. La situazione è “delicata”, è chiaro, ma “il nostro dispositivo di difesa ha dimostrato di funzionare”. E l’offesa dei droni? “Aspetterei l’esito delle indagini”. Ci voleva un militare.


