Cibo sintetico, penitenza pianificata dell’agenda Greta

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Premio alla fatica è il pane e quella grande giostra di gusto e sazio chiamata cucina, a maggior ragione è un manifesto politico

Giorgia Meloni festeggia con Coldiretti il disegno di legge contro la produzione e il commercio di carne sintetica e allora è vero che Pellegrino Artusi – col suo ricettario – è un modo tutto speciale di costruire la giornata, con genio, con ingegno, con bellezza e col sapore della grande cucina. I liberali occidentalisti – di contro – reclamano la libertà di mangiare la carne sintetica. In luogo della succosa chianina, vogliono la bistecca di plastica e tutto d’incanto la battaglia mercatista diventa moralista.

Farina d’insetti al posto della farina di grano, mosche, mosconi e cavallette invece che lepri, fagiani e ostriche; proteine create in laboratorio contro il ben di Dio offerto da madre Natura. Il nostro pane quotidiano diventa la penitenza pianificata dall’agenda Greta.

Il mangime unico del progetto mondiale incombe su di noi e mentre i cinesi gustano la molto prelibata anatra laccata – per non dire dei russi col caviale del Volga – a noi, compiutamente green, nel segno della cancel culture, ci tocca addentare la costata artificiale. Per come impone l’inquisizione liberale contro cui, a dirla tutta, solo Alberto Sordi seppe far guerra. Mangiando maccheroni. Al sugo di chianina.

Pietrangelo Buttafuoco