Alla recente Festa dell’Unità nel capoluogo piemontese, il Sindaco Stefano Lo Russo ha invitato il Governo in carica a valutare il recupero del pressing su Stellantis prima di cedere alle lusinghe fiammeggianti del Dragone asiatico
Questo potrebbe però incrinare almeno in parte il clima di dialogo, secondo alcune fonti di entrambi gli schieramenti troppo “zuccheroso”, con il riconfermato Governatore regionale di Forza Italia Alberto Cirio la cui Giunta starebbe viceversa lavorando, in sinergia con il Ministro Adolfo Urso, a individuare delle possibili soluzioni localizzative a beneficio dei Cinesi della casa produttrice Dongfeng, peraltro attesi nelle prossime ore sotto la Mole per il salone dell’auto in formato mignon
Lo scorso 7 settembre, alla festa dell’Unità del PD, nell’ambito di un dialogo giornalistico con il responsabile piemontese del Corriere della Sera, il Sindaco torinese Stefano Lo Russo ha evidenziato, sul capitolo incandescente della crisi non solo locale dell’auto, il rischio per tutti di bruciarsi cedendo in misura eccessiva alle fiammate seduttive del Dragone asiatico visto come il salvatore della piena occupazione in capannoni oggi a rischio di abbandono.
In altri termini: non si dovrebbe dare troppo per scontato il disimpegno di Stellantis, rincorrendo in via preventiva il colosso di Pechino per affidare a esso il nuovo corso manifatturiero della fu capitale delle quattro ruote.
Anche perché – ha puntualizzato il Primo cittadino – l’autoveicolo, prima ancora di essere costruito e assemblato, deve essere ideato e ingegnerizzato: altrimenti la complessiva filiera rischia di frammentarsi e di perdere in efficienza ed efficacia, oltre a portare al depauperamento delle competenze territoriali relative non più solo alla classe operaia e ai colletti bianchi ma altresì al segmento della “conception” della vettura.
Dunque, secondo Lo Russo, si è dinanzi alla seria eventualità che il protrarsi delle consultazioni con produttori terzi finisca con il dover destinare le poche e limitate risorse a disposizione alla proroga della cassa integrazione guadagni a zero ore, anziché a un progetto di rilancio industriale più immediato.
Per questo motivo, il capo dell’amministrazione comunale e dell’area metropolitana subalpina propone di riprendere il pressing su Stellantis ponendo sul tavolo della trattativa i fondi disponibili e però pretendendo in cambio una serie di impegni vincolanti sul mantenimento della manifattura a Torino e in Italia: i continui attacchi alla ex FIAT ex FCA – che uniscono Meloni e parte della sinistra sindacale – potrebbero infatti rivelarsi un autogol, soprattutto in assenza di una reale politica industriale di livello nazionale tuttora mancante nel Governo dei cosiddetti “patrioti”.
Lo Russo, di fronte al pubblico di militanti e amministratori democratici, ha ricordato la propria recente missione negli stabilimenti automobilistici della Corea del Sud, dove lo Stato interviene come azionista del settore, quindi con la possibilità di erogare sussidi non soltanto a sfondo assistenziale, e successivo alla conclamazione di una crisi, ma in maniera anzitutto proattiva, favorendo nuovi prototipi e soluzioni da ingegnerizzare e industrializzare avvicinando così reciprocamente i vari soggetti della complessa catena di ricerca, committenza e subfornitura.
Il Sindaco di Torino ritiene infatti un ossimoro, quindi una contraddizione insanabile, che il Governo autodichiaratosi come il più sovranista e patriottista della Storia Italiana si sia messo a rincorrere i Cinesi, peraltro in uno scenario in cui questi ultimi potrebbero scegliere siti pure diversi da quelli presenti nella città e nella provincia del capoluogo piemontese.
Sembra comunque che palazzo Chigi e il dicastero del made in Italy, che pure dovrebbero in settimana entrante rivedere i vertici di Stellantis, siano decisi a non abbandonare l’opzione dell’investitore asiatico, a cui verrebbe proposto di formare una joint venture con una partecipazione pubblica nel capitale sociale per vigilare sugli impegni da mantenere nei confronti dei subfornitori a cui affidare la componentistica con la quale assemblare i modelli di vetture assegnati agli stabilimenti del Belpaese.
La domanda rimane quella solita: tra Stellantis e il potenziale costruttore dell’estremo Oriente, quale delle due opzioni consentirebbe di riattivare nel più breve tempo i capannoni oggi fermi e di richiamare ai reparti i lavoratori oggi in “cassa” a zero ore, consentendo così di riallocare i fondi per la CIG verso incentivi di politica attiva?
Certamente appare più lontano il tempo del famoso, e contestato, selfie autoscatto a tre fra il Governatore Cirio, il Sindaco Lo Russo e il CEO della fu Fiat, oggi battente bandiera franco olandese britannica, Carlos Tavares.
Dir politico Alessandro Zorgniotti




