CINEMA E DIRITTI CIVILI / Vladimir Luxuria doppiatrice del film trans candidato all’Oscar 2025: “non mi dispiacerebbe fargli venire [a Trump] un bel mal di pancia nel momento in cui assisteranno, come mi auguro, alla premiazione di Gascón agli Oscar.
La dimostrazione che noi esistiamo e che resistiamo” Ma circa il linguaggio inclusivo: “alterno tra maschile e femminile. Altrimenti diventa faticoso”
Roma – Vladimir Luxuria: attrice, conduttrice televisiva ed ex politica italiana ha doppiato l’attrice transessuale Karla Sofía Gascón, prima donna e attrice trans che potrebbe vincere l’Oscar 2025 per il personaggio interpretato nel film “Emilia Pérez”. Luxuria ha concesso una lunga intervista al magazine MOW (mowmag.com), in cui illustra la propria attività a teatro e nel doppiaggio, nonché commenta le recenti novità in materia di identità e generi sessuali, dall’altra parte dell’Atlantico: “una triade di transfobi tra Trump, Vance ed Elon Musk, che è il braccio destro e, abbiamo visto, anche teso.
Musk ha una figlia trans di nome Vivian Jenna Wilson a cui lui si è sempre rifiutato di rivolgersi al femminile – specifica Luxuria su MOW – poi, va detto che uno dei primi ordini esecutivi di Donald Trump è stato quello di stabilire che esistano solo due generi: maschile e femminile.
Da qui tutte le varie esclusioni che le persone trans stanno cominciando a subire. Penso alla riforma delle forze armate.
Che dire, non mi dispiacerebbe fargli venire un bel mal di pancia nel momento in cui assisteranno, come mi auguro, alla premiazione di Gascón agli Oscar. La dimostrazione che noi esistiamo e che resistiamo.”
Sempre sulle pagine digitali del magazine lifestyle edito da AM Network, l’ex parlamentare commenta l’uso dello schwa e degli artifizi testuali per esprimere in lingua italiana i generi sessuali: “penso sempre che, certo, non bisogna esagerare. Io ricordo che una volta mi chiesero di fare un discorso pubblico tutto con lo schwa.
L’ho fatto, eh. Però quello che faccio di solito è questo: all’inizio dico “grazie a tutte, tutti e tuttə”, poi alterno tra maschile e femminile. Altrimenti diventa faticoso, mettiamola così – approfondisce Vladimir Luxuria – però detto questo, penso che si riconosca una persona, un’identità, una vita anche attraverso il linguaggio. Chi vuole una desinenza neutra ha diritto ad averla.
Io ho fatto una scelta diversa: voglio essere declinata al femminile, perché la mia identità di genere è femminile. Ma per chi è non binario, riconosco il diritto di essere declinato e riconosciuto anche linguisticamente.”



