COME SANTORO HA DISTRUTTO FAZIO E ANNUNZIATA

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È un Michele Santoro scatenato quello che va in diretta nella puntata del 30 maggio di DiMartedì, su La7. Il giornalista, pungolato dal conduttore Giovanni Floris, interviene sul caso Fazio e Annunziata. E, a sorpresa, ci va giù durissimo.

“Sono convinto che per la Rai gli addii di Fabio Fazio prima e Lucia Annunziata dopo sono stati certamente una perdita. Io, però, non li sopporto. A nessuno dei due. Le narrazioni che fanno sono sempre un po’ farlocche“. E argometa: “Fazio non è vero che è stato 40 anni ininterrotti in Rai, lavorò per La7 quando era di Telecom, non fece nessuna puntata e andò via con molti miliardi”. Santoro, come ricorderete, ha avuto una lunga e travagliata esperienza in Rai, e contesta senza peli sulla lingua quel racconto vittimista che i due hanno costruito per andarsene verso lidi migliori.

E lui non lo manda di certo a dire…Attacca ancora Santoro: “Fazio uscì da quell’avventura devastato, era molto più ricco di prima ma la gente lo guardava storto. Io non rientrai in Rai. Lui, invece, sì. Non è rientrato solo per i buoni uffici del suo agente, è rientrato anche perché la politica ha voluto che lui tornasse…”. Una cosa, questa, che in molti hanno sempre saputo o sospettato. Poi Santoro passa a parlare di Lucia Annunziata e rincara la dose: “Quando lasci la Rai dicendo che non sei d’accordo con questo governo, uno si deve ricordare che lei è stata il presidente di garanzia quando a governare era Silvio Berlusconi.

Lucia Annunziata è subentrata a Paolo Mieli, che si dimise dopo aver posto come condizione il rientro di Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e Michele Santoro”. Conclude l’attacco a Fazio e Annunziata Michele Santoro: “Lucia Annunziata è subentrata. Questi due colleghi sono stati il perno attorno a cui è ruotata una politica culturale in Rai fatta di esclusioni”. Poi ribadisce: “L’azienda avrebbe fatto bene a tenerseli.

Ma io non sono l’azienda e non sono un servizio pubblico che tiene fuori un pensiero diverso, che era fuori anche prima, quando loro erano al centro del babà…”. Applausi, sipario.