Questa mattina, l’Alta corte tedesca si è pronunciata in via definitiva, dichiarando illegale la deportazione dell’antifascista Maya T., attualmente detenuta nel carcere di Budapest.
Gravissimo il comportamento della polizia tedesca, che il 28 giugno 2024 ha agito con modalità degne di uno Stato autoritario.
Maya è stata prelevata dalla sua cella nel cuore della notte, le è stato messo un sacco in testa ed è stata rapidamente caricata su un elicottero, così da anticipare l’ordine di sospensione dell’estradizione emesso dalla stessa Corte, che ancora doveva pronunciarsi in via definitiva.
Quando l’ordine di sospensione è arrivato, nella mattinata del 28 giugno, Maya era ormai nelle mani delle autorità ungheresi, che da allora la tengono in isolamento totale, sottoponendola a condizioni di detenzione disumane, che si configurano come una forma di tortura bianca. L’obiettivo è chiaro: piegarla psicologicamente per estorcerle una “confessione”.
Il prossimo 21 febbraio inizierà il suo processo a Budapest. In questo clima di pressione estrema, la procura le ha offerto un patteggiamento a 16 anni in cambio di una dichiarazione di colpevolezza. Se rifiuterà, come è accaduto nel mio caso, sarà trascinata in catene davanti al giudice.
Una vergogna che deve finire.
Maya deve essere riportata immediatamente in Germania e le estradizioni degli antifascisti verso l’Ungheria devono essere bloccate una volta per tutte.
A cominciare da Gino, che il 12 febbraio affronterà la prossima udienza a Parigi e rischia, anche lui, di essere consegnato alle autorità ungheresi e rinchiuso in una delle loro prigioni.
Continuiamo a mobilitarci e a dimostrare solidarietà.
Per chi si trova a Milano, l’appuntamento è sabato alle 18 in piazza Cavour per il presidio.


