Durante la pandemia prendere un animale in casa, cane, gatto, canarino, pappagallo, porcellino d’india, coniglio o criceto che fosse, per sé o per i propri figli e accoglierlo in famiglia è stato un modo per addolcire l’impatto del lockdown. Ma ora con la fine della pandemia sembra che degli animali se ne vogliano disfare.
Ne parla il New York Times che segnala un fenomeno che sta prendendo piede, in particolare da quando la fattoria della Hudson Valley di Bill Crain è stata presa d’assalto da persone che chiedevano con insistenza che si prendesse cura di anatre, polli, pulcini, anatroccoli, ogni genere d’animale.
Il motivo? “Pensano che la pandemia sia finita e non vogliono più dedicare tempo a prendersi cura di loro”, ha detto il signor Crain, 78 anni. Le persone chiamano perché sperano che Crain si prenda in carico i loro animali domestici. “È grave che le persone abbandonino gli animali”, ha commentato Crain.
Il punto è che nei giorni acuti del Covid-19 diverse persone, allontanandosi dalle città assediate dal virus optando per la campagna, hanno fatto crescere la richiesta di animali da cortile facendo spazio nelle proprie abitazioni a cani e gatti dopo aver “ripulito gli scaffali dei negozi da gerbilli e lucertole, cincillà e serpenti”, persino.
Ogni genere di animale è diventato “oggetto di consolazione”, ma ora che la pandemia è finita e le persone tornano negli uffici e gli studenti a scuola, anche gli animali devono tornare da dove sono venuti. Persino i pesci.



