Con una decisione storica la Corte Costituzionale ha riconosciuto alla Toscana il diritto e la legittimità di legiferare sul fine vita

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È una grande vittoria per la Regione Toscana e per il Presidente Eugenio Giani e una clamorosa mazzata per il governo e la destra retrograda.
L’ennesima.

L’impianto della legge regionale toscana resta in piedi, bocciato il ricorso del governo.
È dal 2019 che la Consulta chiede alla politica di legiferare in materia di fine vita.
Ci ha dovuto pensare una regione a colmare una lacuna indegna di un Paese civile, lottando anche contro il governo Meloni, che ha fatto di tutto per fermarla.
Bè, ora lo possiamo finalmente dire: gli è andata male.
Così il Presidente Giani:

“La sentenza dice una cosa netta: le Regioni possono e devono fare la loro parte quando sono in gioco diritti, dignità e tutele delle persone. Ora andiamo avanti, nel rispetto delle indicazioni della Corte, per rafforzare una legge che mette al centro la sanità pubblica, la responsabilità istituzionale e l’umanità”.
Dovremmo essere grati a lui e alla Toscana perché ha aperto una strada che altre regioni ora potranno legittimamente seguire.
Con buona pace dei Meloni, dei Salvini e dei sedicenti “pro life”.
Si chiama civiltà.