È uno scenario “molto incerto per l’Italia”.
Forze negative come quelle dei rincari di energia e alimentari, i tassi di interesse più alti e lo spread sovrano più ampio, il commercio internazionale debole. Elementi più positivi, invece, quali la fine delle restrizioni anti- Covid e la stagione calda che spingono il turismo, la crescita delle costruzioni, la resilienza dell’industria e, infine, “il risparmio accumulato che protegge i consumi”.
Gli economisti di via dell’Astronomia sottolineano il ruolo “shock absorber delle imprese” che hanno scaricato più sui margini che non sui prezzi l’aumento dei costi di produzione. E avvertono: “Non per sempre”, con il risultato che “il tentativo delle imprese italiane di evitare un’ulteriore forte erosione dei margini, che sarebbe insostenibile, si riverserà su vari prezzi al consumo, tenendo alta l’inflazione”.
Il report arriva all’indomani dei dati resi noti ieri in Parlamento dall’Arera e in cui si è evidenziato come la situazione della crisi energetica da momentanea stia diventando strutturale e, quindi, insostenibile. L’energia appare “vicino al picco” e per l’industria c’è un “quadro complicato. Gli indicatori continuano a fornire segnali discordanti”.



