Confusione e tensione sulla vicenda ucraina

0
14

La geopolitica rimane al centro dell’attenzione questa settimana con la questione Russia-Nato in primo piano: è un continuo alternarsi di segnali di distensione (ad esempio con l’annuncio del ministro della difesa russo sul ritiro di diverse truppe al termine del completamento di alcune esercitazioni militari) e di successive aggressioni reciproche

È di queste ultime ore la notizia, ad esempio, di bombardamenti sentiti nell’area di Donetsk e pertanto il timore da parte della Nato è non solo che si tratti di una “falsa” ritirata, ma che la Russia stia cercando un pretesto per invadere, tanto che si pensa che Mosca stia aggiungendo addirittura militari sui territori di confine.

Poco concilianti poi sono apparsi i toni delle risposte della Russia alle proposte fatte dagli USA due settimane fa: l’accusa è quella di cercare di eludere le istanze russe, ma la maggior preoccupazione è stata originata da una frase in cui i russi dichiarano che senza proposte serie si vedranno costretti a reagire, anche implementando misure tecniche di tipo militare, alludendo, ad esempio, a una misura tecnica di difesa che prevede l’ingresso o il presidio sul terreno ucraino (una sorta di invasione “mascherata”). Queste dichiarazioni hanno causato allarme negli USA con Biden ad affermare che un’invasione è molto probabile e altre autorità a indicare che i movimenti di truppe non sono coerenti con un ritiro ma con un’azione.

L’escalation delle tensioni geopolitiche ha fornito un freno temporaneo alla risalita dei tassi, anche se la tendenza (per le note ragioni) rimane in direzione opposta. Il rendimento del BTP dopo aver sfiorato la soglia del 2% è rientrato in pochi giorni in area 1.83%. Il movimento sui tassi in Europa e USA riflette però anche la divergenza nei toni delle due BC: per la FED ha nuovamente parlato Bullard (St. Louis FED) che ha rincarato la dose sui rialzi dei tassi, confermando la sua idea di un aumento da 50 bps marzo e 100 bps entro luglio. Per Bullard è in gioco la credibilità dell’istituto ed è necessario agire ora. Sull’altra sponda dell’Atlantico, invece, alcuni membri Bce continuano a ripetere il mantra della temporaneità dell’inflazione e della necessità di estrema gradualità e cautela negli aggiustamenti di politica monetaria.

Sul fronte materie prime segnaliamo la correzione dal top raggiunto dal WTI su alcuni segnali di probabile distensione con l’Iran in merito all’accordo sul nucleare. Tra i metalli, invece, l’oro consolida i guadagni dopo un primo tentativo di rottura dei 1900$ mentre il minerale di ferro crolla dopo la nuova decisione del governo cinese di limitare la speculazione dei prezzi da parte delle imprese.