Facciamo alcune considerazioni sulle cause che sono alla base dei recenti movimenti sullo spread Btp-Bund
Si possono identificare sostanzialmente tre fattori: il primo è costituito da un movimento di “flight to quality” dettato da una crescente domanda di beni rifugio in scia alle tensioni geopolitiche. Il secondo fattore è rappresentato dalla preoccupazione di un rallentamento della crescita economica indotto dall’escalation di tensione in Ucraina, crescita assolutamente necessaria all’Italia per abbattere il rapporto debito/Pil. Infine, i mercati stanno fattorizzando la possibile stretta monetaria da parte della Bce con riduzione degli acquisti di titoli e conseguente minor supporto in termini di liquidità.
Se è vero che i primi due fattori costituiscono delle potenziali minacce, ma hanno una bassa probabilità di evoluzione negativa, il vero driver sarà dato dal mutato atteggiamento della banca centrale europea che potrebbe portare a un’estensione graduale dello spread. A questo proposito non giovano alcuni commenti hawkish da parte di alcuni membri del board della BCE (Villeroy e Schnabel) secondo cui una fine dell’APP potrebbe vedersi già nel terzo trimestre dell’anno e il periodo di transizione dalla fine del PEPP alla fine dell’APP deve essere aggiustato per poter accelerare sul ritmo di riduzione degli acquisti.
Per la Schnabel invece l’elevata inflazione e il livello di disoccupazione raggiunto giustificherebbero la fine degli acquisti.


