Conte: “Sbagliato spendere nelle armi”

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Sul “criminale di guerra” Vladimir Putin, l’ex premier Giuseppe Conte si associa alla definizione di Joe Biden, sebbene con parole al solito prudenti e felpate.

“Putin deve essere pronto a rispondere al diritto internazionale”, sostiene il leader dei Cinque Stelle, ospite di Accordi&Disaccordi, (il talk di Loft Produzioni in onda ogni venerdì alle 22.45 su Nove). “Esiste un tribunale penale sui crimini di guerra – ha aggiunto –. Ci sarà un momento in cui la comunità internazionale, le vittime innocenti, i profughi e gli sfollati potranno ottenere giustizia”. Malgrado questo, bisogna sedersi al tavolo anche con Putin: “L’atteggiamento di massima fermezza non è incompatibile con la prospettiva di coltivare anche una via d’uscita politica”.

Purché abbia questi presupposti: “Cessazione delle ostilità, ritiro delle truppe e ripresa dei negoziati, in un quadro che garantisca al popolo ucraino il diritto all’autedeterminazione”.

Sull’invio di armi all’Ucraina nessun passo indietro – conferma Conte al Fatto Quotidiano, a margine della trasmissione – nonostante le fibrillazioni nei gruppi parlamentari grillini. L’ex premier minimizza: “Di fronte a un conflitto come questo è difficile sfoderare certezze assolute, ma devo dire che il Movimento ha maturato subito, in un confronto interno inclusivo, una linea molto chiara, che è quella poi attuata dal governo”.

E su questa linea “non ci sono tentennamenti”. Altra cosa è il voto della Camera sull’adeguamento delle spese militari al 2% del Pil. Conte non ha apprezzato: “È sbagliato soprattutto il messaggio che arriva ai cittadini, alle famiglie e alle imprese che rischiano di chiudere perché non sanno come fare fronte al caro energia. Ci sono altre urgenze. A livello europeo si dovrebbe lavorare a un Energy recovery plan; risolviamo il problema immediato di sopravvivenza, poi si può ragionare su altro”.