Il Mediterraneo, il Mare Nostrum è un mare listato a lutto.
Almeno 70 persone sono annegate al largo della Libia nelle ultime due settimane. Lo riferisce l’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni.
“Sono sconvolta – afferma Safa Msehli, portavoce dell’agenzia delle Nazioni Unite – dalla continua perdita di vite umane nel Mediterraneo centrale e dalla mancanza di azione per affrontare questa tragedia in corso”.
Facendo scorrere le pagine della memoria di questa, che non è un emergenza ma un dato di fatto, il 27 febbraio, una barca in vetroresina partita dal porto di Sabrata, si è capovolta quattro ore dopo, per le cattive condizioni del mare. Nessun è sopravvissuto. Quindici corpi sono stati trovati qualche giorno dopo. Tra loro anche un bambino, sono stati portati a riva nei giorni successivi. 35 migranti sono ancora dispersi.
I naufragi nel 2022 portano il numero totale di migranti dichiarati morti o dispersi nel Mediterraneo centrale a 215: persone inghiottite nel profondo blu, mamme con bambini, bambini che partono da soli, figli, padri. Quel numero allora non è “freddo”, ma ha volti, mani piccole, nodose, sorrisi, occhi spenti tra le onde del Mare Nostrum.

