Come è mai possibile anche solo ipotizzare un rinnovo contrattuale per il 2022-2024 che non contenga le risorse per un incremento adeguato degli stipendi dei medici del Servizio sanitario nazionale? Quei medici che scappano andando nel privato, oppure scegliendo di lasciare il Paese perché troppo pochi, con carichi di lavoro eccessivi e davvero mal pagati: la busta paga dei sanitari italiani è tra le più basse d’Europa.
Le preoccupazioni aumentano
Ancora non è stato diffuso l’Atto di Indirizzo che darà il via alla piattaforma contrattuale, ma quante sono le risorse appostate in legge di bilancio si sa. E soprattutto si conosce bene la strategia del Governo Meloni nel presentare le offerte economiche nelle piattaforme per i rinnovi contrattuali: quella di tenersi ben lontana anche dal mero recupero totale dell’inflazione. Figuriamoci incrementi che consentano di avvicinarsi ai colleghi e colleghe d’oltralpe… È della scorsa settimana la sigla, senza la firma di Cgil e Uil, del contratto del comparto sanità, ed è di queste ore la rottura del tavolo per il rinnovo delle funzioni locali per insufficienza di risorse.
Strategia a perdere?
Certamente per i cittadini e le cittadine italiane, quelle di Meloni e Schillaci è una strategia a perdere: il diritto alla salute, l’universalità del servizio, gli stessi servizi in tutto il territorio nazionale. Non lo è per chi delle privatizzazioni ha fatto il proprio obiettivo, anche se non fino in fondo dichiarato. “Per rinnovare il contratto di professionisti che sono, con gli altri, il cuore pulsante dei servizi sanitari, servono adeguate risorse economiche”, dichiara Andrea Filippi, segretario nazionale Fp Cgil Medici, veterinari e dirigenti Ssn. E continua: “Nessuna organizzazione sindacale dovrebbe accettare un contratto al ribasso che umilia le retribuzioni di professionisti, che hanno già gli stipendi più bassi d’Europa”.
C’è chi firma e chi no
Lo ricordavamo: la scorsa settimana è stato firmato il contratto del comparto sanità senza l’assenso delle organizzazioni sindacali di categoria della Cgil e della Uil. Per questo Filippi chiama a senso di responsabilità i suoi colleghi delle altre sigle. E lo fa a ragione, a cominciare dal paventato rischio di ulteriore attacco al diritto ad un salario dignitoso.
Aggiunge infatti il segretario: “Anche se siamo ancora in attesa dell’Atto d’Indirizzo che dovrebbe definire le direttive e le risorse per il rinnovo del Contratto dell’area sanità, siamo molto preoccupati dopo la sottoscrizione da parte di alcune organizzazioni sindacali dell’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto 2022-2024 del comparto sanità, che di fatto definanzia gli aumenti contrattuali di ben 11 punti percentuali rispetto all’inflazione registrata nel triennio”.



