La recente sentenza della Corte costituzionale ha dichiarato parzialmente illegittima la riforma dell’autonomia differenziata. In questo modo ha ulteriormente complicato il percorso, già complicato, del progetto legislativo, avanzato dal ministro Roberto Calderoli.
Tanto più nella prospettiva di un referendum abrogativo, già annunciato dalle opposizioni. Anche perché, nel frattempo, è calato sensibilmente il consenso dei cittadini. In tutte le aree del Paese. Compreso il Nord Est, che ne è uno dei principali riferimenti. Sono le indicazioni che emergono dal recente sondaggio condotto da Demos per Repubblica. Rispetto allo scorso mese di aprile, infatti, la quota di coloro che si dicono d’accordo con l’introduzione dell’autonomia differenziata è scesa di 10 punti percentuali.
E oggi si ferma al 35%. Poco più di un terzo dei cittadini, dunque. Molto, ma non abbastanza per affrontare (e vincere) un (eventuale) referendum. Tanto più se si tiene conto che un anno fa il sostegno alla riforma raggiungeva il 50%. Alle soglie della maggioranza assoluta, dunque. Oggi non è più così.
Questa tendenza, peraltro, si delinea ormai da molti mesi. Mentre, nel frattempo, è cresciuta e si è rafforzata, in modo stabile, la base sociale e politica di chi si dice contrario alla riforma. Saldamente ancorata intorno al 60%
Ilvo Diamanti



