Alla Cop30 i negoziati puntano a due obiettivi: dichiarare lo stop alle fonti fossili e riuscire a concretizzare gli aspetti che riguardano il grande contenitore della finanza climatica
Alla 30esima Conferenza della parti quindi pur in un’atmosfera meno frenetica del solito, la prudenza sembra lasciare il posto all’attivismo.
Cresce infatti la consapevolezza che questo vertice – ospitato dal Brasile a Belem – sarà giudicato dalla capacità di produrre risultati concreti, soprattutto l’uscita dai combustibili fossili, la finanza e anche l’adattamento.
È previsto per oggi l’arrivo a Belem della flotilla indigena, e l’apertura ufficiale del vertice delle Persone (People’s summit) che riunirà oltre 800 organizzazioni, soprattutto dall’America Latina, per portare al centro del dibattito le priorità delle comunità tradizionali e dei movimenti sociali, con la marcia globale per la giustizia climatica prevista per venerdì. Per la prima volta nella storia delle Conferenze del clima, gli Stati Uniti non hanno inviato una delegazione ufficiale.
Ma sono comunque presenti americani, che non ci stanno a passare per anti-clima.
I colloqui si concentrano su quattro temi chiave: provvigioni di finanza pubblica, misure commerciali unilaterali (come la tassa sul carbonio alle frontiere dell’Ue), sintesi degli impegni nazionali dei Paesi (Ndc) e dei rapporti biennali di trasparenza per rendicontare in modo trasparente i propri progressi nella riduzione delle emissioni, nell’adattamento e nel sostegno finanziario.
C’è poi molta attesa per una discussione plenaria sui punti non ancora inseriti in agenda. Tema centrale resta quello dell’abbandono dei combustibili fossili.
L’uso dei combustibili fossili è vicino al picco, in base ai dati del rapporto annuale dell’Agenzia internazionale per l’energia, e potrebbe offrire la base per un percorso concreto di allontanamento; l’utilizzo dei combustibili fossili potrebbe raggiungere i livelli massimi già entro il 2030 per poi iniziare la curva di discesa (il carbone è ormai vicino al picco, il petrolio potrebbe seguire intorno al 2030 e il gas entro il 2035).
Le energie pulite sono attese in forte crescita: solare +344%, eolico +78%. Ma per fornire un’aurea di successo a questa Cop non si può non inserire la questione dell’adattamento e della relativa partita giocata sulla finanza.
Al momento le posizioni rimangono ancora distanti e il percorso è ancora in divenire.


