Cori e applausi per Orban ad Atreju

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“Il vostro interesse mi onora e mi commuove…”. Viktor Orban è sul palco di Atreju, ospite d’onore della festa di Fratelli d’Italia. Accolto da cori da stadio e grandi applausi, il primo ministro ungherese attacca la sinistra e avverte l’Italia: “In Italia il governo si è separato dal popolo. Sta prendendo piede una nuova offensiva della sinistra, arrivano nuovi leader e vecchi quadri come Renzi e Gentiloni…”. Orban scherza su Giorgia Meloni che ha abbracciato poco prima di salire sul palco regalandole un mazzo di fiori: “La vostra presidentessa Meloni in Ungheria sarebbe al centro, io sono più a destra di lei…”. In oltre un’ora di discorso, il leader della destra ungherese cita Silvio Berlusconi (“è un mio amico”) mentre non si sofferma su Matteo Salvini, vero convitato di pietra.

Orban parla del segretario della Lega solo en passant , quando affronta il tema dei migranti: “Per la sinistra i migranti sono futuri elettori, sono persone che importano e a cui dare la cittadinanza per averne il voto…ci sono paesi che hanno fatto fronte comune come Austria e Italia con Salvini, ma ora mi pare di capire che il governo si è separato dal popolo”.
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Chi, dunque, si attendeva una parola su Salvini, visto che stamane Giuseppe Conte aveva invitato la platea di Fdi a “chiedere a Salvini come mai la Lega è isolata in Europa e Orban non l’aveva seguito””, è rimasto deluso. Orban , infatti, in un passaggio del suo intervento, precisa, forse per evitare polemiche: “Io non voglio dare lezioni a nessuno, né voglio interferire sulla politica interna”.

Oltre a elogiare e ringraziare Meloni, Orban ha ricordato con affetto il leader di Forza Italia, prendendo spunto da una battuta calcistica sull’ex premier Paolo Gentiloni, tifoso bianconero: “In Gentiloni, a parte la collocazione politica, ho trovato un gentiluomo finissimo. Abbiamo avuto discussioni difficili… Infatti, lui è juventino e io sono milanista, perché sono amico di Berlusconi…”.

Dalla platea, l’omaggio al premier ungherese: sotto il tendone principale all’Isola Tiberina tutti in coro a cantare “Ragazzi di Buda”, la canzone simbolo della rivolta anti-sovietica del 1956. Anche Meloni si è unita al coro, mentre Orban ha interrotto il suo intervento, e ha ringraziato per il pensiero.