Coronavirus, il primo sintomo è la congiuntivite. In Europa sono 35 i contagiati

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L’iperemia congiuntivale è uno dei sintomi che sono stati descritti nei casi di positività al coronavirus. È stato riscontrato nella coppia cinese e nel ricercatore italiano ricoverati in isolamento allo Spallanzani di Roma. Ed è il campanello d’allarme che ha fatto scattare il trasferimento di una donna dalla Cecchignola allo Spallanzani. Un trasferimento effettuato in via precauzionale.
Il contagio in Europa

Sono 35 i casi confermati di coronavirus in Ue e Gran Bretagna. Ne sono stati registrati 14 in Germania (solo due importati dalla Cina), 11 in Francia (sei importati), 3 in Italia (tutti importati), 3 casi nel Regno Unito, 1 in Belgio (importato), 1 in Finlandia (importato), 1 caso in Spagna (importato) e 1 in Svezia (importato). Sono i dati aggiornati ad oggi del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Erano 29 i casi riportati ieri. A livello globale i contagi sfiorano quota 35 mila (34.945), con 724 decessi, di cui solo uno al di fuori dalla Cina, nelle Filippine.

Coronavirus, l’iperemia congiuntivale

«La sintomatologia di questo nuovo coronavirus è simile ad altri virus. Ad esempio a quello dell’influenza che poi interessa le alte vie respiratorie. E si manifesta anche con arrossamento oculare e congiuntivite. È probabile che nelle forme lievi di coronavirus si manifesti la congiuntivite. Come accaduto nel caso del ragazzo italiano, mentre nelle forme più severe sopraggiunga la polmonite». Lo spiega all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti. Il presidente della Società italiana terapia anti-infettiva spiega che l’iperemia congiuntivale è un disturbo che colpisce l’occhio e comporta l’arrossamento dell’organo. Negli studi fino ad oggi pubblicati sul coronavirus non è evidenziata come un sintomo specifico di questo nuovo agente patogeno. «Attenzione però la sola congiuntivite non indica la certezza di avere coronavirus. Proprio perché è un sintomo tipico di altri virus influenzali come ad esempio il rinovirus».
Coronavirus, le circolari ministeriali “non danno certezza”

«Le circolari diffuse dal ministero della Salute in epoca di coronavirus tengono conto dello stato d’ansia che si registra nelle famiglie ma non danno la certezza». Il capo dei presidi del Lazio Mario Rusconi replica in questi termini alla circolare del ministero della Salute. La circolare parla di permanenza volontaria a casa per gli studenti rientrati in Italia dalla Cina. «L’altro giorno – lamenta all’Adnkronos Rusconi – c’è stata una circolare mandata in alcuni uffici scolastici regionali tra cui il Lazio. Si chiedeva di indicare i ragazzi che erano stati in Cina. Mentre è facile dirlo per ragazzi e professori andati per uno scambio culturale. Diventa problematico capire chi sia stato in Cina per fatti personali».
Il progetto di robotica

Il capo dei presidi del Lazio pone l’attenzione anche su un’altra implicazione conseguente alle misure adottate per arginare il rischio contagio: «Abbiamo un progetto di robotica finanziato da una grande impresa italiana che è bloccato. Gli Arduino hanno bisogno di contatti che dovevano arrivare dalla Cina ma sono bloccati dal blocco dei viaggi aerei». Si tratta di schede con cui si possono realizzare automatismi per il controllo della temperatura e dell’umidità.
Nessun contagio per il 43enne di Rieti

È risultato negativo al contagio da Coronavirus anche il test effettuato dall’Istituto Superiore di Sanità sul 43enne ricoverato all’ospedale di Chieti. L’esito è stato comunicato a Jacopo Vecchiet, Direttore delle Malattie Infettive. Il paziente, affetto da una normale influenza, sarà dimesso non appena la febbre scomparsa. La notizia, accolta «con grande sollievo, pone fine alle preoccupazioni e all’allarme generate nel capoluogo teatino» dopo che era stato reso noto il caso sospetto approdato al ”SS.Annunziata”.