Covid, Omicron 3: la nuova sottovariante della versione che ha scalzato la Delta

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La variante Omicron è predominante in tutto il mondo ma adesso spunta un’altra versione, la 3. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Omicron ha ormai da tempo preso il sopravvento sulla Delta.

La subvariante denominata per esteso Omicron BA.3 è stata rinvenuta ad Israele. Si tratta di un incrocio delle subvarianti BA.1 e BA.2, molto simili tra loro e al momento non si può ancora delineare il profilo di aggressività della nuova mutazione.

In questo momento, nel nostro Paese, oltre il 95% delle infezioni è data da Omicron 2.

I sintomi

I sintomi più comuni riportati da chi è stato contagiato con la variante Omicron e con le sue sottovarianti sono: mal di testa, raffreddore o naso che cola, stanchezza, ma anche febbre o mal di gola. Con Omicron, rispetto agli altri ceppi del virus, appaiono meno frequenti le segnalazioni di perdita di olfatto e gusto. Per quanto riguarda la sottovariante Omicron 3, molto simile alle due e ancora poco presente in Italia, i sintomi non sembrano differire molto. Allo stesso modo i giorni di incubazione rimangono più o meno sempre cinque.

Le terapie

Le terapie si possono oggi avvalere dei farmaci antivirali, che hanno un ampio spettro di azione contro i coronavirus, e gli anticorpi monoclonali. Questi farmaci vanno somministrati generalmente alla prima insorgenza dei sintomi e la somministrazione avviene in ambito ospedaliero.

Il vero problema, sottolinea il presidente della Società Italiana di Virologia Arnaldo Caruso, è che “alcuni monoclonali che funzionavano bene per Omicron 1 sembrano non essere efficaci per Omicron 2. Questa è una grande difficoltà che si incontra nel trattamento dei pazienti fragili in un momento in cui questa subvariante tende a dominare la scena”.