Covid, Speranza a Brusaferro: “Niente dati positivi. Così teniamo le misure”

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La sfuriata dopo le dichiarazioni di un dirigente del ministero: «Mi ha detto il ministro che non ha strillato mai così forte come con Urbani e gli ha fatto una nota ufficiale di rimprovero»

(di Maddalena Berbenni e Giuliana Ubbiali – corriere.it) – «Scenari Merler», «Esercitazione teorica», oppure «Piano nazionale in risposta ad un’eventuale emergenza pandemica da Covid-19». Nelle numerose chat acquisite nell’inchiesta di Bergamo per epidemia colposa, si cita un documento che a partire dal 12 febbraio 2020 era stato illustrato, aggiornato, integrato e soprattutto chiamato in diversi modi.

Fu la base per consentire all’Istituto superiore di sanità, poche settimane dopo, di preparare un suo programma di risposta all’evoluzione della pandemia. A colpire erano i contenuti di quello studio, firmato da Stefano Merler, della Fondazione Bruno Kessler di Trento, ritenuto uno dei migliori matematici applicati all’epidemiologia in Europa, se non nel mondo: considerando alcune variabili, nello scenario peggiore l’Italia avrebbe rischiato fino a 100 mila morti. Numeri spaventosi che, con tutto il documento, finirono in un cassetto come «riservati».

La sfuriata

Fu un segreto, lo studio, fino al 21 aprile del 2020. Quando il direttore generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute, Andrea Urbani, ne parlò in un’intervista al Corriere della Sera. «Non c’è stato alcun vuoto decisione — diceva Urbani —. Già dal 20 gennaio (in realtà febbraio, ndr) avevamo pronto un piano secretato e l’abbiamo seguito. La linea è stata quella di non spaventare la popolazione e lavorare per contenere il contagio». Parole che svelarono l’esistenza di quel documento e di quei dati. Tanto che non mancò la sfuriata del ministro Roberto Speranza, come raccontano oggi le carte dell’inchiesta di Bergamo, con le chat di molti indagati.

L’uscita di Urbani non fu gradita, spiega quel 21 aprile il segretario generale del ministero Giuseppe Ruocco nei messaggi a un’altra funzionaria: «Mi ha detto il ministro che non ha strillato mai così forte come con Urbani e gli ha fatto una nota ufficiale di rimprovero. Per pararsi lui. Il piano segreto. Mi ha chiesto: ma come mai gli è venuta questa cosa? Io lo reputo uno dei migliori». 

«Dilettanti»

Di sicuro nell’ambiente del Cts e dell’Iss, c’era l’idea che nascondere i numeri di Merler fosse un modo di non guardare in faccia la realtà. Tanto che Patrizio Pezzotti, funzionario dell’Istituto superiore di sanità, il 12 marzo segnalò a Silvio Brusaferro, a Gianni Rezza e allo stesso Merler come «continuare a “secretare” quello che ha fatto Stefano con il suo splendido team ponga la nostra istituzione in una situazione complessa.

Da una parte stiamo supportando seriamente il decisore politico ad attuare decisioni basate su scenari realistici, dall’altra il nostro silenzio mediatico su questo aspetto ci danneggia». Alcuno colleghi, riferisce, «dicono che siamo “dilettanti allo sbaraglio” senza un piano strategico!»

(affaritaliani.it)