Una presenza sempre più significativa e diversificata quella delle donne in agricoltura.
Dalle imprenditrici agricole (circa 366mila pari al 31,5% del totale), alle lavoratrici dipendenti (circa 470 mila pari al 32% del totale della manodopera), fino alle donne impegnate nel supporto tecnico e scientifico al mondo agricolo, nella trasformazione e somministrazione dei prodotti alimentare, l’universo rurale femminile è costellato da molteplici figure, che svolgono ruoli e funzioni diversificati, la cui rilevanza non sempre è adeguatamente riconosciuta. E’ quanto emerge dalla ricerca Crea, diffusa in occasione dell’8 marzo.
L’universo femminile ha un peso notevole nelle attività del Crea (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria): delle sue 2.000 unità lavorative, il 52% è costituito da donne; sono il 54% dei ricercatori e il 56% dei tecnologi, espressione di competenze multiple (dalla genetica alla meccanica e robotica, alla gestione della fertilità e della funzionalità dei suoli, alle proprietà nutrizionali degli alimenti e al loro consumo, ai processi economici e sociali nelle aree rurali).
Rappresenta, infatti, un patrimonio di conoscenze a disposizione della collettività, comprese le imprenditrici agricole femminili e le Organizzazioni femminili di rappresentanza, per poter rispondere ai loro fabbisogni e alla loro domanda di supporto da parte dell’ente.
Le donne protagoniste di nuova visione in agricoltura
Le donne sono frontiera e al contempo protagoniste, con le loro scelte imprenditoriali, di una nuova visione dell’agricoltura, più attenta alla sostenibilità, alla biodiversità, all’innovazione e alla rigenerazione dei territori rurali, promuovendo pratiche agricole più inclusive e rispettose dell’ambiente, in grado di valorizzare il forte legame con il territorio e con le tradizioni culturali rurali.
“Il CREA è da sempre attento – commenta Andrea Rocchi, Presidente del CREA, in occasione della Giornata Internazionale della donna – all’analisi delle dinamiche in atto e delle trasformazioni all’interno del settore agroalimentare, in tutte le sue diverse sfaccettature. Non poteva, quindi, mancare un approfondimento sulla componente imprenditoriale agricola femminile del nostro Paese. Due gli elementi caratterizzanti: il sostegno al processo di transizione che sta attraversando il settore e una visione dell’agricoltura che integra sostenibilità, innovazione, inclusività e rigenerazione dei territori, nell’ottica di rafforzare la resilienza sociale ed economica delle aree rurali stesse”.


