E, almeno per un paio d’ore, abbiamo dimenticato l’ideologia guerrafondaia. Non se n’è parlato. Si è parlato di ciò che sta accadendo in Italia. Abbiamo visto e constatato lo sprofondamento costante, di questo Paese, verso un nuovo Far West. Una nuova frontiera raggiunta con una colossale corsa, di questo potere cafone capeggiato dalla Meloni, verso l’occupazione di tutto, verso l’appropriazione di tutto.
Imprese pubbliche gestite come se fossero “cosa loro”. Consulenze e incarichi strapagati, con denaro pubblico, affidati senza licitazione, direttamente, senza controlli, senza giustificazioni, senza consuntivi. “Cocche” di qualcuno molto in alto che ricevono centinaia di migliaia di euro da amministrazioni regionali. Dalla Sicilia al nord Italia, ovunque. In tutti i settori ma, soprattutto, in quello della cultura che diventa mangiatoia dove tutto è permesso.
Abbiamo visto un potere arrogante che invece di rispondere alle domande di un giornalista, sulla destinazione di pubblici denari, lo insulta in maniera odiosa. Abbiamo constatato la sicurezza ostentata da chi si sente di poter fare qualunque cosa senza dover dare spiegazioni e, soprattutto, con la certezza dell’impunità. Questo non è un governo di fascisti o, almeno, non è solo quello, è un governo, quello centrale insieme a quelli periferici, di “affaristi”. È un vero e proprio “comitato di affari”.
Il vero oggetto sociale che li tiene uniti non ha a che fare con il bene comune, è quello dei soldi. Altro che identità, meritocrazia e baggianate simili, questi badano al sodo. Dal tanto denunciato amichettismo siamo passati a un ben più forte amichettismo. Dal vecchio concetto e dalla vecchia attuazione di corruttele, siamo passati a una nuova forma di corruzione. Peggiore della vecchia e sbattuta in faccia della gente senza alcun ritegno e vergogna, quasi come se fosse cosa buona e giusta. E sbattuta nei denti di chi finanzia tutto: i soliti che pagano le tasse.
Mai vista tanta arroganza, neppure ai tempi di Sbardella e delle feste di compleanno celebrate ai Musei Capitolini con i porcellini arrosto.
È la “via italiana”. Hanno ragione: con Meloni si vola.
Giancarlo Selmi



