Quello che ha fatto diventare Francesca Albanese una cellula di Hamas senza vergognarsi e senza chiedere scusa. Spero solo che la Albanese lo quereli e che possa scucirgli quanti più soldi possibile.
E, comunque, divide con sambuca il record delle minchiate. Sparate in tutte le occasioni, senza vergogna e senza che gli vengano rimproverate. La memoria degli italiani è notoriamente insufficiente. Se ci fosse memoria né sambuca né lui continuerebbero a frastagliare le gonadi a lettori e telespettatori, ma susciterebbero risate, l’unica reazione che meritano.
Il sepolcro imbiancato del quale pubblico la foto, ha dimenticato totalmente le sue battaglie giovanili, diventando il principe della retroguardia. Pontifica senza essere Papa e senza avere alcuna autorevolezza per farlo. Sentirlo opinare sui fattacci di Milano, ci illumina su quello che è sempre stato durante la sua carriera di giornalista. Una penna al servizio del potere del momento.
Non smette di esserlo. Non riesce in nessun momento ad avere un guizzo, un sussulto di dignità. Continua uguale a se stesso. Il valore di un giornalista è direttamente proporzionale al suo interesse per la verità. A questo tipo la verità interessa poco. Ciò che urta è il suo atteggiamento da “grande giornalista”, l’aria di sufficienza con la quale emette le sue sentenze.
La sua evidente autostima, totalmente immotivata.
Avesse svolto il suo lavoro in un paese dove il giornalismo obbedisce a valori, dove le minchiate prima o poi presentano il conto, forse non avrebbe tante occasioni di parlare in televisione, forse gli avrebbero fatto cambiare mestiere. Il titolo sulla foto è solo una delle grandi minchiate che ha contribuito a diffondere.
Giancarlo Selmi


