Crisanti: “Chiudere subito le discoteche”

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Come riportato dall’edizione online de Il Fatto Quotidiano, chi sta facendo passare il messaggio che il virus non esiste più ha “causato dei danni enormi”, spiega Andrea Crisanti, docente di Microbiologia all’Università di Padova, i contagi di queste settimane sono “ancora numeri sostenibili, ma dobbiamo guardare in prospettiva a ciò che succederà con questo costante incremento dei casi”, conferma. “Purtroppo la dinamica dell’epidemia è ormai chiara, il ritmo di crescita è costante, mi pare improbabile che si riesca a frenare”. A suo avviso è anche “stato sbagliato non prevedere riaperture graduali, differenti da regione a regione”. Inoltre, “ci si è calati le braghe di fronte alle esigenze dell’industria turistica. Bisognava limitare gli spostamenti all’interno dell’Italia, se necessario, ma anche dall’Italia ad altri paesi d’Europa”.

E riguardo alle regole nelle discoteche Crisanti è molto critico: “Prima di tutto è molto difficile mantenere il distanziamento sociale. Inoltre, l’attività in una discoteca aumenta la respirazione profonda, le persone vanno in anaerobiosi, si muovono, hanno bisogno di respirare molto di più. Questo facilita le infezioni. Penso all’esempio di un giocatore di rugby durante una partita ha contagiato molti altri giocatori”. Attenzione quindi alle prossime settimane: “Secondo me aumenteranno sia il numero dei focolai, sia le loro vastità – sottolinea l’esperto – Ma la verità è che dovevamo quest’ estate avvicinarci a zero casi. Sarebbe stato possibile. Io non so, per esempio, perché per tempo non abbiamo preso le contromisure per limitare i casi di rientro. Non parlo degli immigrati, che sono una parte molto marginale, penso a chi torna ad esempio dalle vacanze in altri paesi d’Europa. Bisognava attivare i controlli prima, predisporre dei protocolli“.