La ragione di questa verità risiederebbe nel fatto che i membri del governo non ne “sentono” il peso. Il governo, ha aggiunto Crosetto, ha sempre avuto “posizioni molto dure” e ha sempre detto che la soluzione due popoli due stati è quella da perseguire.
C’è il non trascurabile dettaglio che il governo non ha fatto assolutamente nulla per dare seguito alle dichiarazioni. Anzi, ha continuato a esportare armi in Israele e anche a importarle. Ha impedito persino che venissero approvate le blande sanzioni proposte dall’UE e addirittura ha fatto fuggire il Commissario Fitto quando si è tenuta la riunione della Commissione europea in cui sul tavolo c’erano le sanzioni.
Il riconoscimento dello Stato di Palestina, inoltre, da parte italiana tarda ad arrivare e Meloni sta cercando di mischiare le carte con una risoluzione che comporterà solo un nulla politico.
Meloni, poi, ha imprecato contro l’ONU per compiacere Trump che però è colui che pone il veto sulle decisioni. Si deve riformare l’ONU? Certamente sì, ma che lo spiegone arrivi da chi la blocca sfiora il ridicolo.
Per la Flotilla, Crosetto alza le mani. Belle parole e pochi fatti, come sempre. Eppure, Israele sta violando tutto ciò che c’è da violare del diritto internazionale. Non può pretendere di bloccare un’operazione umanitaria. Semplicemente il diritto internazionale non glielo consente. La forza si può usare se esistono gravi ragioni che possano minare la sicurezza di un Paese.
La Flotilla è un pericolo? Allora Israele deve fornire delle prove, non bastano i ministri che definiscono terroristi i membri dell’equipaggio perché questo sia vero.
l’Italia non intende entrare in guerra con Israele? Va bene, allora deve immediatamente applicare sanzioni rigorosissime e approvare un embargo totale sulle armi. Basterebbe seguire l’esempio spagnolo ma Meloni e Crosetto preferiscono presentarsi al Paese con i piagnistei.


