Il bordello? Le prostitute? L’Africa, l’Egitto? Il primitivismo? Le vocazioni ad altri pittori?
– Sono tutti un “come raccontato da tizio” – riferisce Paolo Battaglia La Terra Borgese -; e tutti pareri influenzati dai colori del dipinto, dalle linee e dalla non prospettiva; Le ispirazioni a altri pittori? tutti collegamenti senza alcuna analisi filologica a supporto
Il Cubismo – spiega Paolo Battaglia La Terra Borgese – è nato con un olio su tela di cm. 254 x 235, di Pablo Picasso. Si tratta Les demoiselles d’Avignon (Le giovani dame di Avignone) che oggi appartiene al museo d’arte moderna di New York, il MoMA. Picasso lo dipinse nel 1907, dopo mesi di studi e disegni preparatori, nel suo modestissimo e precario atelier al Bateau-Lavoir sulla Butte di Montmartre.
Ciò che effettivamente è disponibile, da concepire come processo e divenire storico dell’opera in esame, è davvero risicato, e disincanta – afferma Paolo Battaglia La Terra Borgese -.
Ed il risicato è ciò che segue. Poco, ma ciò che davvero è per la storia dell’arte.
Gli amici, che conoscevano i patetici personaggi del periodo blu, e quelli dolcissimi del periodo rosa, rimasero disorientati di fronte alle Demoiselles. Il poeta Guillaume Apollinaire ci vide invece il segno di un’arte nuova; tanto è vero che mise in contatto Picasso con Braque, che nello stesso anno esponeva certi paesaggi dell’Estaque, chiaramente cubisti.
Il nuovo linguaggio – approfondisce Paolo Battaglia La Terra Borgese – era nell’aria, ma Pablo Picasso vi giunse d’istinto.
Les demoiselles d’Avignon si può considerare pittoricamente un quadro mancato. La composizione manca di unità, i colori sono aridi, le figure gesticolano senza un ritmo e mancano di rilievo – fa notare il critico d’arte-. Eppure è un quadro storicamente importante. Le cinque figure, nude, non hanno nulla di sensuale: sembrano tagliate a colpi di accetta, tanto sono dure e angolose. Mentre le tre di sinistra appaiono stilisticamente un po’ incerte, le due figure di destra, cosi violentemente semplificate, costruite solo col disegno, senza chiaroscuro, sono quelle che segnano veramente la nascita del Cubismo. Esse sono costruite con forme geometriche, che sembrano rivelarne la struttura. Nessun compiacimento estetico.
Altro che bordello e prostitute! Altro che Africa, l’Egitto e il primitivismo e le vocazioni ad altri pittori di cui spesso si legge. Sono tutti un “come raccontato da tizio” – fa capire e rende chiaro e intelligibile Paolo Battaglia La Terra Borgese -; e tutti pareri – sbotta il critico – influenzati dai colori del dipinto, dalle linee e dalla non prospettiva. Le ispirazioni ad altri pittori? tutti collegamenti senza alcuna analisi filologica a supporto.
È invece veramente un nuovo linguaggio, quello che verrà sistematicamente applicato in seguito dai Cubisti, quando non rappresenteranno più la realtà che cade sotto i sensi, ma la sua ricostruzione attraverso il raziocinio.
Ed ecco come il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese chiude la lectio magistralis del dipinto: «in primo piano, al centro, osservate la natura morta: essa e la prima delle tante nature morte su cui i Cubisti, a cominciare da Braque, si eserciteranno per anni».



