Chiamata anche ciombolino comune, la Cymbalaria è una pianta spontanea rampicante, erbacea e perenne dai delicati piccoli fiori multicolore. Occhieggia dai vecchi muri umidi e dalle rocce in pianura ed in collina e anche lungo le rupi marine
Da quando l’uomo costruisce muri, alcune piante hanno approfittato di questi nuovi habitat e si sono specializzate; una delle più specializzate é la Cymbalaria muralis(Gaertn., Mey. & Scherb. 1753). Cresce in tutta Italia dal mare alla collina sui muri non troppo soleggiati. É una piantina timida che passa spesso inosservata. Le foglie assomigliano all’edera ma sono piu tenere ed i fiori bilabiati e con sperone nettarifero sono piccoli e non numerosi e punteggiano appena la pianta.
Ma sono speciali.
Un tempo era chiamata Cymbalaria psicopompa (traghettatrice di anime) come Ecate, Caronte e l’Arcangelo Michele perché quando il fiore é fecondato il suo picciolo rifiuta la luce e si flette ed allunga a cercare una fessura nel muro (eliotropismo negativo) come un traghetto che porti l’ovario a maturare al buio dove libererà i semini neri che attecchendo in un luogo favorevole eromperanno dal muro come una cascata di nuovi individui.
Anche la radice del nome cymbalaria (kymbè) significa “barca”o”coppa”, la stessa radice del “kymbalon” greco, uno strumento a percussione dalla superficia cava.
Le foglioline della pianta sono rotondeggianti, glabre e carnose, di color verde lucente sulla pagina superiore della foglia e rossastre sulla pagina inferiore. La “cymbalaria muralis” produce dei bellissimi fiorellini solitari, ermafroditi con piccoli petali venati di viola che va dalla tonalità più scura a quella più chiara, con presenza di striature anche della tonalità biancastra e la presenza di evidenti gibbosità gialle, nella la parte inferiore della corolla. I fiori compaiono all’ascella delle foglie e fioriscono generalmente da marzo ad ottobre.
La Cymbalaria può essere consumata in insalata ed ha un sapore acre e piccantino, un po’ come il crescione, nella medicina popolare era usata la poltiglia fresca sugli arrossamenti della pelle e per le emorroidi.
Ha proprietà antiinfiammatoria, astringente, vulneraria e diuretica ma é da usare con cautela perché pianta poco studiata e i complessi fitochimici sono appunto “complessi” e la pianta é leggermente tossica.
L’industria ne ricavava tinture gialle per il cotone che tuttavia si dimostrarono poco durevoli ed ora sono abbandonate.
Nel 2019 è stato presentato un profumo che è dato dalla combinazione delle essenze ritratte nel dipinto Flora di Francesco Melzi, allievo prediletto di Leonardo tra cui spicca la Cymbalaria assieme a clematide, gelsomino e viole.
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