Con 112 voti a favore, la maggioranza di destra-destra ha appena approvato definitivamente in Senato la Riforma della giustizia che istituisce la separazione delle carriere dei giudici e un secondo Csm, stravolgendo la Costituzione repubblicana
Il governo Meloni ha ufficialmente dichiarato guerra a un altro potere dello Stato. Alla loro indipendenza e autonomia. Rendendolo più debole, controllabile, addomesticabile.
In pratica il governo oggi si è auto-concesso quei famosi “pieni poteri” a cui da anni mirava in ogni modo.
Il tutto di nuovo nel silenzio quasi generale del Servizio pubblico e nella narcosi di un’opinione pubblica che non ha colto la gravità di una simile manovra.
Resta solo il Referendum, ultimo argine a questo regime a bassa intensità che sta smontando, un pezzo alla volta, il cuore della Costituzione.
Perfetta la sintesi con cui il senatore Verini ha riassunto questa (ennesima) pagina nera della Repubblica:
Da oggi “la giustizia è uguale per pochi”.
Invece che con le separazione delle carriere, io sto con le separazione dei poteri.
Questo avviene – o dovrebbe avvenire – in una democrazia.
Oggi più che mai dalla parte dei giudici, della Costituzione. Non passeranno.


