Prof. Musacchio cosa sta succedendo sul fronte del traffico d’armi in Ucraina?
L’Ucraina su tale fronte rappresenta una vera catastrofe senza precedenti poiché durante questi tre anni di guerra mancano all’appello quasi 500 mila armi da fuoco. Tra gli armamenti scomparsi ci sono fucili d’assalto, di precisione e pistole automatiche. Su questa condizione di fatto le mafie vanno a nozze realizzando enormi profitti giacché a oggi nessuno si è preoccupato di tracciare le armi che sono state inviate e s’inviano tuttora all’Ucraina. Le mafie russe e ucraine gestiscono il mercato nero vendendo al miglior offerente (terroristi, mafiosi, criminali comuni) armi capaci di far saltare in aria persino i blindati. Non è la prima volta che la criminalità organizzata approfitta delle guerre. Ricordo spesso ai miei studenti come la ’ndrangheta acquistò un ingente quantitativo di armi provenienti dal conflitto nell’ex Jugoslavia. Con i sequestri successivi le autorità giudiziarie procedenti scoprirono armi pericolosissime come bazooka, esplosivi, kalashnikov. La storia, purtroppo, si ripete in Ucraina.
Perché come esempio ha richiamato ciò che accadde nell’ex Jugoslavia?
Perché quel conflitto si trasformò immediatamente in un grande affare per la criminalità organizzata. Dopo la fine delle ostilità, l’enorme quantità di armi ancora in circolazione rappresentò da subito un settore su cui lucrare e non poco. La criminalità organizzata sfruttò il sistema corruttivo per appropriarsi di fucili d’assalto, pistole e munizioni riversate sul mercato nero. Molte armi furono cedute in cambio di denaro. Alcune delle armi di allora circolano ancora oggi e sono state utilizzate ad esempio dalla ‘ndrangheta e dalla mafia pugliese.
Perché non c’è stato e non c’è un monitoraggio di queste armi da parte degli Stati fornitori?
È proprio questo l’aspetto più preoccupante. L’unica risposta che mi viene naturale riguarda il sistema corruttivo che si nasconde dietro la vendita e il commercio di armi. Il non avere la tracciabilità di questi armamenti significa favorire il mercato nero e quindi mafie e terrorismo. L’assenza di un sistema di tracciamento rende impossibile stabilire l’origine degli armamenti recuperati nelle operazioni delle forze dell’ordine. Tuttavia, il timore è che, con il passare del tempo, le scorte belliche si disperdano sempre di più nel mercato nero internazionale.
Le mafie russe e quelle ucraine dimostrano la propensione di quella regione al traffico illecito di armi. Europol ed Eurojust già nel 2022 avevano presentato rapporti dettagliati sul rischio che le armi inviate all’Ucraina potessero finire sul mercato nero, alimentando circuiti clandestini gestiti da organizzazioni criminali mafiose e terroristiche. Tra il materiale a rischio indicarono esplosivi, granate militari, fucili d’assalto AK-12 delta force, di precisione e mine anticarro.
Qual è il ruolo delle mafie in questi settori criminali?
Le mafie non acquistano armi solo per loro, ma le utilizzano anche come merce di scambio. Gli arsenali costituiscono il patrimonio militare e corruttivo delle organizzazioni criminali utilizzabili anche per dimostrare potenza intimidatoria e corruttrice. Le armi in sé servono per esercitare il loro potere quando la corruzione non funziona. La possibilità di accedere a un mercato clandestino sempre più vasto significa rafforzare la propria influenza in diversi settori criminali, inclusi il narcotraffico e il sistema corruttivo-mafioso.


