Un deludente dato sulle vendite al dettaglio USA in un contesto già appesantito dalle aspettative di un forte rialzo dei tassi da parte della Fed, e un calo a sorpresa della produzione industriale (-0.2% m/m) hanno contribuito a deprimere i listini mondiali. L’intransigenza di Fed e Bce hanno fatto sì che in questa fase ogni dato brutto, prima interpretato come possibile fonte di supporto monetario da parte della banca centrale, venga interpretato per quello che è, ovvero un dato brutto sul piano economico
Il cattivo sentiment sui mercati è stato alimentato anche dalla World Bank, secondo la quale sono in aumento i rischi d’una recessione nel 2023. Per l’istituto, l’economia globale sta registrando il più deciso rallentamento dopo una ripresa post-recessione dal 1970 e la fiducia dei consumatori è già diminuita più drasticamente rispetto alle precedenti crisi economiche.
A nulla sono infatti valsi i dati molto positivi giunti sul finire della settimana dalla Cina: in sintesi si sono registrati crescita di investimenti, produzione industriale e vendite al dettaglio ad agosto, con un calo della disoccupazione, segno che lo stimolo erogato comincia a dispiegare qualche effetto. In quest’area però il problema è l’eccessiva debolezza della divisa, che sconta la divergenza tra le politiche monetarie della PBOC e delle banche centrali occidentali e la possibile fuga di capitali, innescata dai diversi problemi interni che il paese deve affrontare (non da ultimo quello immobiliare) e alimentata dal differenziale dei tassi sempre più ampio.
Le ultime news riportano che le banche stanno aggressivamente tagliando i tassi dei depositi. Di conseguenza, nonostante i tentativi della banca centrale, lo Yuan in queste ore ha sfondato il cruciale livello di 7 renminbi (per un dollaro USA) per la prima volta dal 2020, portando a circa il 10% la svalutazione da inizio anno.
La conseguenza in generale sui mercati dei tassi è che tutte le curve indistintamente si stanno appiattendo, se non invertendo sempre di più, un segnale inequivocabile che gli operatori prezzano rallentamento e crescenti attese di recessione per l’economia. Il 2-10 USA si trova a -40bp, la curva tedesca è praticamente piatta dal 5 anni in avanti.



